La palla della gogna mediatica di Grillo

Buongiorno,

quando era scoppiato il "caso Oppo" mi ero trattenuto dal commentare, ed anzi, prima di documentarmi un po' meglio, avevo persino pensato di scrivere un post contro i metodi che venivano attribuiti a Grillo e ai suoi contro i giornalisti.

Salvo poi rendermi conto, leggendo il blog del comico, che la situazione era un tantinello diversa da quella unanimemente descritta altrove che descriveva una giornalista esposta violentemente alla gogna pubblica violando la sua privacy per aver espresso delle opinioni contrarie al M5S. 

Perchè non c'era alcuna violazione della privacy della giornalista, dato che quello che di lei Grillo riportava faceva parte del profilio della giornalista sul sito dell'Unità, compresa la foto.

Perchè i toni del post di Grillo si sposano perfettamente con quelli altrettanto tranchant degli articoli della giornalista, riportati abbastanza fedelmente (1) nel post.

Perchè, se è vero che nei commenti ve n'erano di offensivi e minacciosi, questi non sono ascrivibili a Grillo nemmeno attraverso un ipotetico (ed inesistente) loro sollecito da parte del comico, perchè non erano significativamente diversi dai commenti che si posssono trovare sui siti di molti quotidiani nazionali (senza che lì questo generi scandalo alcuno), e perchè vi erano tra i commenti stessi molte attestazioni di solidarietà alla giornalista.

Insomma, la difesa dall'attaco di grillo era, dal mio punto di vista, una cosa a metà tra la bufala, la difesa corporativa e la manovra ordita ad arte per dipingere un Grillo peggiore di quel che è.

Men che meno posso riconoscere gli estremi della gogna mediatica nella segnalazione che Grillo ha successivamente fatto di Francesco Merlo, segnalazione che si risolve in un'unica citazione priva di commento alcuno tratta da un suo post piuttosto mistificante dall'eloquente titolo "Il manganello di Grillo", in cui si avvalla in pieno la vulgata relativa al caso precedente parlando addirittura di fatwa, giusto per dare la corretta dimensione delle cose.

Nè infine li posso riconoscere alla segnalazione di Massimo Gramellini, che, ospite da Fazio, ha dato una ricostruzione un bel po' parziale di quali siano stati i meriti di uno stralodato Renzi e di un nemmeno citato (benchè sicuramente più attivo) M5S nell'arginare gli emendamenti volti a penalizzare i comuni che sfavoriscono l'installazione di slot machine.

Contrariamente a quanto sembra pensare l'Huffington Post che titolava a tutta pagina sulla propria homepage "ALTRO GIORNALISTA NEL MIRINO DI GRILLO" (il maiuscolo è dell'H.P.) ed altre amenità simili, Grillo è in pieno diritto di segnalare chi sta disinformando (e forse anche diffamando) l'M5S. E non mi pare sia andato oltre. Il tutto mentre la gran parte dei quotidiani si guardava bene dal dare la notizia che sul M5S era in atto un caso di disinformazione e si parlava invece di manganelli, gogne, mirini e fatwe da parte del comico.

Ciao

Paolo

(1) l'uso delle virgolette vorrebbe la citazione letterale, ma non mi pare Grillo stravolga il senso di quanto la Oppo scrive.

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

se è vero che la difesa corporativa dei giornalisti è una schifezza, trovo comunque sbagliato cavillare per difendere il miliardario criptofascista.

Il punto qui è che non si segnala chi fa disinformazione, ma chi critica Grillo. E l'annessa violenza verbale dei tanti bulletti da poltrona e mouse che sono lo zoccolo duro del grillismo non è una coincidenza, ma un'arma che viene usata con cognizione di causa.

Quando si paragonano a manganellate le salve di insulti, a volte pesantissimi e volgari*, non sono sicuro che si esageri, se si pensa che negli anni Venti le manganellate vere le davano in pochi, ma tanta gente faceva discorsi identici approvandole.
Con questo voglio dire che troppi tra i sostenitori del M5S sono contro la democrazia in quanto tale e sono pronti ad approvare qualsiasi porcheria, purché non debbano disturbarsi a parteciparvi direttamente. A questo bisogna stare attenti quando si difendono gli eversori Grillo e Casaleggio.

Segnalo inoltre che gli articoli di Travaglio sono più volgari e offensivi di quelli dei giornalisti "segnalati", e altrettanto faziosi. Ma il vate dei "cittadini superiori" può vomitare odio indisturbato, con l'approvazione di tutti i miserabili che insultano sul blog di Grillo.

Infine va detto che è paradossale che un personaggio banale e conformista come Gramellini, che più e più volte ha espresso le stesse idee di Grillo, ma ha la colpa di non essere una bestia volgare e di avere un minimo di cultura, venga preso di mira.
Il bello poi è che viene attaccato dai paladini della rete, dopo un intervento televisivo, segno che questi imbecilli nemmeno leggono ciò che il giornalista torinese scrive e che tantissime volte era una versione dei post di Grillo privata degli insulti e della bava alla bocca.

E nel merito, Grillo può strepitare quanto vuole, ma Gramellini aveva ragione, Renzi ha fatto il gol, i grillini al più han fatto un assist.

Saluti

Tommaso

*Sempre bello sapere chi sono i titolari del diritto di voto in questo Paese

PaoloVE ha detto...

@ Tommaso:

dissento sul fatto che si tratti di cavillare per difendere Grillo (che poi non mi è esattamente simpatico).

Ma chi vuole colpirlo usando i suoi metodi fatti di esagerazioni e toni urlati non cerca certo di essere migliore di lui.

Col paradosso che tutti parlano dei toni di Grillo Co (anche quando, come in questo caso, non sono incivili), mentre nessuno (con l'eccezione dello stesso Grillo e, forse, del FQ) parla del fatto che vengono diffusamente usati contro di lui.

Ciao

Paolo