I due soli errori del Duce

Buongiorno,

la Giornata della Memoria, unitamente al clima pre-elettorale che ha portato alcuni candidati a dichiarazioni radiofoniche improvvide che rivangano concetti e idee razzisti, ha ravvivato qualche dibattito su meriti, responsabilità ed eredità del regime fascista.

Continuo a trovare stomachevole e stucchevole il refrain tanto caro alla Destra che vorrebbe la dittatura di Mussolini un fenomeno politico neutro (se non proprio positivo) sino al momento in cui, per imitare/assecondare il cattivo Hitler, nel 1938 vengono promulgate le leggi razziali e, nel 1940, decreta l'ingresso in guerra. E trovo sorprendente anche il fatto che a tali falsità non si opponga recisamente ed una volta per tutte una realtà storica di segno opposto molto evidente relativamente anche solo a razzismo e bellicismo.

Il regime fascista era di suo dichiaratamente e fattivamente razzista e votato alla guerra da ben prima di poter subire qualsiasi fascinazione da parte di un Hitler che salì al potere nel 1933 e di cui Mussolini diffidò per anni (e la storia della costruzione del Vallo Littorio, unitamente alla attivazione delle armate italiane a difesa dell'Austria successivamente al tentato golpe nazista ai danni del regime austrofascista di Dolfuss nel 1934  ne è chiara testimonianza).

Infatti, quanto alla matrice razzista del fascismo basta andare a vedere quale fosse la legislazione applicata dal Regime fascista in Somalia ed Eritrea e poi nell'Africa Orientale Italiana, dove, ben prima delle leggi razziali che nel 1938 colpirono gli ebrei in territorio italiano, si applicavano già, almeno a partire dal 1933 (Legge 999, Ordinamento organico per l’Eritrea e la Somalia), criteri di discriminazione su base razziale (con limitazioni non da poco, se si pensa che il colore della pelle diventava criterio per l'accesso alla cittadinanza), culminati nel Regio Decreto 880/37 "Sanzioni per i rapporti d’indole coniugale tra cittadini e sudditi" che vietava matrimoni misti tout court. Nel 1938, con i "Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola" e poi con i provvedimenti e le leggi successive Mussolini non fece altro che proseguire coerentemente quanto già seminato precedentemente e senza bisogno di ispirazioni teutoniche.

Analogamente, quanto alla matrice intrinsecamente bellicista del regime mussoliniano basterebbe ricordare che proprio sull'interventismo nella prima guerra mondiale si consumò la frattura dell'allora direttore dell'Avanti dal PSI e che l'Italia del duce non attese il 1940 per affrontare una guerra ma combattè prima in Etiopia nel 1935, poi nella guerra civile spagnola dal 1936 al 1939 (con un corpo di spedizione e persino con aviazione e blindati), quindi invadendo l'Albania nel 1939. Insomma, quanto basta e avanza per trovare ridicole le pretese che in materia Mussolini si sia limitato ad inseguire Hitler nel timore di restare tagliato fuori dal banchetto della vittoria.

Ciao

Paolo

1 commento:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

intanto in un Paese ignorante, esce questo film, peraltro scopiazzato. Perfetto per le brave persone con il calendario del Duce che fanno la grigliata dietro casa.

Tempi ottimi

Saluti

T.