Buongiorno,
dice Matteo Renzi, alludendo ai problemi che Virginia Raggi sta avendo a Roma, dove richia il processo per abuso d'ufficio e falso: "vedremo se quelli che ci facevano la predica urlando 'Onestà, onestà' fuori dai palazzi riusciranno a provare la loro innocenza nelle aule di tribunale: cosa che ci auguriamo di cuore, per loro e per l'Italia. Perché siamo garantisti sempre, non a giorni alterni".
Toglietegli il vino microfono e twitter e spiegategli che, per i garantisti, non è l'indagato a dover dimostrare la propria innocenza, ma che sta all'accusa dimostrarene la colpevolezza. Cioè le basi minime.
E, sempre per restare alle basi minime, spiegategli anche che decretare che una persona che non è ancora nemmeno rinviata a giudizio, ma solo oggetto di indagine (ed anzi già oggetto di archiviazione per alcuni stralci dell'indagine stessa), debba rispondere di qualcosa in tribunale, è invece un bell'esempio di giustizialismo, con pallide venature forcaiole.
Che poi questi concetti vengano applicati ad una esponente di primo piano di un Movimento giustizialista e forcaiolo è solo ironia della sorte, non certo giustificazione per la mistificazione operata dall'ex Premier o,peggio, per la sua ignoranza dei principi della cultura liberale.
Mi preoccupa che apparentemente nessuno se ne accorga o vi dia peso...
Ciao
Paolo
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