Corbyn, cioè la sinistra al 40%. Per davvero

Buongiorno,

cerco di rimediare alla lunga latitanza proponendovi, oggi e nei prossimi giorni, un po' di commenti a fatti avvenuti ultimamente.

Non so se si tratti di una idiosincrasia tipicamente italiana ma, per l'ennesima volta, stiamo assistendo al successo di un politico che portando avanti proclami idee e programmi di sinistra vera riesce a smentire le fosche previsioni relative alla sua partecipazione alla vita politica.

Corbyn due anni fa aveva ereditato da Milliband  un partito ai minimi storici e, malgrado le faide e le feroci critiche interne portate avanti in primo luogo da un Tony Blair che preconizzava decenni di catastrofi elettorali per i Labour se il partito fosse stato governato da Corbyn, lo ha innalzato al 40%, migliorando di una decina di punti percentuali il risultato elettorale rispetto al precedente, impattando di fatto il risultato dei Conservatori e guadagnando alcune decine di seggi.

Il tutto in una elezione anticipata voluta da Theresa May per sfruttare al meglio una presunta condizione di vantaggio.

Ancora una volta abbiamo assistito, come già avvenuto recentemente negli USA con il caso di Bernie Sanders (e come sta succedendo nel nostro orticello domestico con Pisapia), ad un ampio e trasversale linciaggio preventivo e pregiudiziale di un candidato motivato unicamente dal fatto che costui è latore di un progetto progressista.

E, davanti al fallimento della quasi totalità delle analisi politiche e alla totale assenza di un'autocritica a valle del risultato che le smentiva, ci sarebbe di che ridere di tale intellighentia, se non fosse che tali pseudoanalisi, dipingendo un candidato come improbabile, destinato all'insuccesso ed invitando al voto utile, finiscono con il condizionare pesantemente il voto.
 
Ciao
 
Paolo

Nessun commento: