La fotocopia nemmeno tanto sbiadita del governo Renzi

Buongiorno,

spero di essere smentito perchè ho una gran brutta impressione davanti all'elenco dei ministri che compongono il neonato governo Gentiloni, quella di essere davanti alla fotocopia sbiadita del precedente governo, una fotocopia generata da quanto di più simile esiste ad un reincarico di andreottiana memoria.

Dopo che ogni analista politico ha sostenuto (a posteriori, lo ammetto) che il risultato del referendum di secca bocciatura delle riforme costituzionali è stato determinato in maniera prevalente da una sorta di tanto ampio quanto indebito voto contro l'ex Premier ed il suo governo, a cosa andiamo incontro?

Apparentemente alla riedizione del governo precedente, con le uniche (e nemmeno poi completamente scontate) eccezioni eccellenti dell'ex primo ministro e della sua delfina ed ex Ministro delle riforme Maria Elena Boschi (che peraltro rientra dalla finestra del sottosegretariato).

Vorrei sperare che l'esclusione sia dovuta al fatto che entrambi erano troppo esposti sul fronte delle riforme per potersi riproporre subito negli stessi ruoli (cosa probabilmente almeno in parte vera almeno nel caso della Boschi), ma tanti precedenti proclami mi fanno pensare che ci sia, almeno da parte di Renzi, anche e forse soprattutto il calcolo politico di chi non vuole restare in prima persona a governare (e, per dirla con parole sue "farsi cuocere") avendo l'opinione pubblica avversa (1).

Di tutto ciò l'aspetto che meno mi piace è il fatto che nessuno sembra prendere atto (e trarre le conseguenze) della bocciatura dell'operato del governo, ben evidente specialmente nel disastro rimediato in alcune coorti dell'elettorato (ad esempio tra gli elettori under 35): mi rendo conto che in assenza di disponibilità da parte delle opposizioni non era possibile attingere da altri bacini politici (con l'eccezione dei delusissimi verdiniani di ALA), ma confermare in ruoli chiave poltici quali Alfano, Lorenzin, Poletti, Pinotti,... i cui mediocri risultati sono sotto gli occhi di tutti, benchè formalmente corretto e possibile, mi pare sia uno schiaffo in faccia agli elettori.

La mia residua irragionevole speranza è che il ruolo di Renzi nel determinare l'autoreferenzialità del precedente governo sia stato non solo predominante, ma pressochè assoluto e che gli attuali ministri, a partire da Gentiloni, sappiano dimostrare di essergli stati totalmente asserviti e, adesso, di essere invece in grado di affrancarsi dal potere dell'Oscuro Signore toscano.

Mi pare chiaro che non ci credo molto... (2)

Ciao

Paolo

(1) Ma prova a mantenere il piede nella porta con il suo uomo di fiducia Luca Lotti

(2) per gli amanti della coerenza: ma quello di Renzi non doveva essere il governo che sarebbe andato a casa se falliva?

15 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

sono lieto che a latte abbondantemente versato si veda che il voto non era, nei fatti, sulla Costituzione, ma sul PdC. Su quello bisognava scegliere, anche se non era giusto e non ci piaceva.

Staremo a vedere. Mi pare sempre di più che chi ha votato no con vaghe speranze di sinistra abbia pestato la solita merda. La stessa che pestava quando votava rifondazione e vinceva Berlusconi.

Anche a me non piace l'effetto fotocopia, con anche alcune promozioni discutibili. Tuttavia quali sarebbero le alternative realistiche? Le opposizioni fanno il loro gioco, questo governo è perfetto per cincischiare sulla Casta. La maggioranza in parlamento è quella. A votare con le leggi di oggi è impossibile andare.

Dal punto di vista politico concordo invece - se capisco bene il post - che sia miope da parte del PD e di Renzi pensare a una rivincita, puntando sul mitico 40%. Con una legge elettorale proporzionale probabilmente i dannati grillini non governerebbero*, e un'alleanza pro-establishment potrebbe prendere le redini. Tuttavia se non si risponde alle domande di chi ha votato no perché è contrario alle politiche di questo governo, si sta solo ritardando l'inevitabile. E a giudicare dall'atteggiamento di Renzi questo concetto non è molto chiaro.

Saluti

T.

* a meno che non realizzino il male assoluto alleandosi con la Lega come auspica un signore che dà ragione a Lombroso.

F®Ømß°£ ha detto...

E aggiungo anche il commento di Sofri, che esprime meglio del mio commento.

E ribadisco: mi pare che - se questo governo ci darà una nuova legge elettorale in tempi ragionevoli - non si possa dire che le istituzioni non abbiano preso atto della bocciatura degli elettori nei confronti del governo.

Che il PD ne prenda atto, è un altro discorso.

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

si, che il voto non fosse solo (e nemmeno prevalentemente sulla riforma costituzionale) era evidente. Il fatto che poi ognuno era libero di scegliere per cosa (o contro) cosa votare, scegliendo tra riforme, governo e presidente del consiglio.

Il margini della sconfitta sono tali da far pensare che in realtà l'elettorato abbia bocciato tutti e tre. Ma le conseguenze della bocciatura sembrano limitarsi, con la nomina del governo Gentiloni, a quelle inevitabili che bloccano le proposte di riforma.

E' stata bocciata la riforma? E' impossibile mandarla avanti, ma l'ex Ministro per le riforme, prima firmataria e proponente, resta al governo.

E' sato bocciato il governo? Chissenefrega. lo riproponiamo pari pari.

E' stato bocciato Renzi? Chissenefrega, lo riproponiamo negli atti per interposta persona.

Ecco, se mi serviva una conferma del fatto che quella proposta di riforma fosse stata sviluppata da politici che hanno scarsa considerazione del voto, l'ho ottenuta in forma ampia e chiara.

Se mi serviva una conferma che chi è al governo non è diverso dai predecessori per metodo, coerenza ed attaccamento alla poltrona, ho avuto anche quella. Anzi, molti dei predecessori, davanti ad una tale debacle avrebbero fatto un minimo di autocritica e avrebbero provato a sostituire qualche responsabile della catastrofe con chi invece l'aveva un meno acriticamente prevista. Ma di ciò non c'è traccia oggi...

Cos'è, cupio dissolvi?

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

P.S. ambirei parlare non da tifoso: come ho già scritto il mio giudizio è sicuramente negativo sui contenuti del referendum e sul modo di fare politica di Renzi, mentre sono meno drastico sul governo che, in un modo o nell'altro alcune cose buone secondo me le aveva fatte (per inciso dopo decenni di caos ed immobilismo valuto positivamente la riforma sulla buona scuola, ad esempio).

Ma confermare Poletti, Lorenzin, Alfano, ...

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@Tommaso
Sofri ha maledettamente ragione.

@Paolo
Io personalmente sono andato a votare convinto che era una pessima riforma. Però quella riforma bocciata portava il nome Boschi, il che era già un cattivo viatico visto il casino della banca Etruria. Al posto del (ex) PdC avrei detto alla signora che le riforme erano una priorità ma non potevo associare il mio nome al suo dopo tutto il casino, questo a prescindere dal fatto che MEB fosse o meno allo scuro delle vicende del padre.
Inoltre un profilo più basso e meno arroganza in stile Brunetta, Sacconi, Castelli (governo B.) avrebbero giovato.

Saluti.

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo,

È stata bocciata la riforma?
Sì. Al di là delle idiosincrasie per la Boschi, il risultato è ottenuto al 100%.

È sato bocciato il governo?
Qui ha ragione Sofri: d'accordo, ci sono nomi e promozioni che danno fastidio, ma alla fine quale governo dovevano tirare fuori e perché? Questo governo ha lo scopo di forgiare una legge elettorale coerente e tenere in piedi la baracca, perché si sarebbero dovuti cambiare molti ministri che hanno lavorato per 3 anni sui temi di cui continueranno ad occuparsi per i prossimi mesi? Un governo "diverso" avrebbe nelle cose lo scopo di durare più a lungo, con degli obiettivi politici. E infine, se il Parlamento oggi ha questa maggioranza, chi doveva andare al governo?
Rimane il fastidio per le posizioni di Alfano, Boschi, Lotti, frutto evidente di ricatti politici. Anche qui, nel mondo reale, cosa ci aspettavamo?

E' stato bocciato Renzi? Questo dipenderà dal respiro dell'azione politica del governo. Ma anche qui, cosa ci si aspettava?

Concordo che sia un errore politico per il PD non dimostrare di aver compreso le ragioni della bocciatura. Trovo tuttavia che i numeri e la situazione rendessero prevedibile la situazione. Trovo anche difficile pensare a una risposta realistica che avrebbe soddisfatto un'opinione pubblica per cui "tutti sono uguali" e "facciamo piazzapulita".

Siamo ai titoli di coda, l'unica possibilità è resistere, sperare di risalire è utopisitico.

Saluti

T.

PS: la frase: "Il fatto che poi ognuno era libero di scegliere per cosa (o contro) cosa votare, scegliendo tra riforme, governo e presidente del consiglio." è un po' così come italiano, e apparentemente inattaccabile nella sostanza.

Si tratta tuttavia del solito falso argomento.

Nel commento sostengo che
- chi ha votato per bocciare la riforma, considerando secondarie le conseguenze politiche
- chi ha votato con la speranza che le conseguenze politiche sarebbero state nella direzione di un governo meno "di destra" (mi si passi la sintesi) di Renzi abbia fatto male i calcoli.

Questo non ha nulla a che vedere col fatto di essere liberi di votare come si vuole e mi delude un po' trovare argomenti di questo tipo qui.




PaoloVE ha detto...

@ T.:

Grazie della segnalazione: "Il fatto è che poi ognuno era libero di scegliere per cosa (o contro cosa) votare, scegliendo tra riforme, governo e presidente del consiglio."

Il concetto voleva essere che, nel momento in cui con la propaganda elettorale non rendi chiara la natura della domanda o la deformi e trasformi in qualcos'altro, ciascuno è libero di interpretarla come più gli piace, scegliendo un tema piuttosto che l'altro o un mix tra i due. E questo è stato a mio avviso un errore commesso sia dai renziani che dalle opposizioni in egual misura.

Credo sia un errore pensare che l'unico scopo di questo governo debba essere la legge elettorale (sarebbe la replica dell'errore che ha paralizzato il parlamento per mesi sulla riforma): come peraltro ricordava gentiloni abbiamo la questione delle banche che è stata bellamente accantonata e va affrontata prima che deflagri completamente, la gestione del post terremoto, una situazione dell'impiego (specialmente giovanile) in avvitamento, clausole di salvaguardia sparse a ogni piè sospinto pronte a scattare...

Ed è per questo che secondo me sarebbe stato opportuno dare un minimo segno di "ravvedimento" rispetto ad alcune scelte dimostratesi sbagliate e nei fatti fallimentari, ma la risposta mi pare essere invece una orgogliosa rivendicazione.

Il che mi fa temere che si stia andando a sbattere, sia come PD che come Paese...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

vedo che proprio non ci capiamo. E mi dispiace.

Non è in discussione la libertà di interpretare il significato da dare al voto, né tanto meno la libertà di votare come si preferisce. Ci mancherebbe.

Discuto l'effetto concreto del voto rispetto all'effetto atteso.
Lo discuto per un sottoinsieme di elettori:

1) coloro che auspicano una svolta "verso sinistra" del governo del Paese. Costoro hanno votato no con l'illusione che la caduta di Renzi avrebbe spostato PD e governo lontani dal renzismo. Ma - come ampiamente comprensbili se si guardano i numeri e si ascoltano i mezzi di informazione - né nel PD, né nella sua base, né tantomeno nel Paese esiste una maggioranza di questo tipo. È troppo tardi per queste illusioni. E non capirlo da prima significa continuare a pestare la stessa merda.
Che non c'entra nulla sulla libertà di pestarla.

Definisco "pestare la stessa merda": ripetere per l'ennesima volta l'errore di credere che esista la possibilità di trasformare una minoranza in maggioranza attaccando la parte politica più vicina e favorendo di fatto quella più lontana.
-Versione anni 200x - ingenuità
Sono parte di una minoranza di sinistra-sinistra? Mi sta sulle palle il PD troppo centrista? Cosa faccio? Mi astengo/Voto i partitucoli senza speranza - ben sapendo che sono senza speranza.
Cosa spero? Spero che il PD si ravveda.
Cosa ottengo? Vent'anni di Berlusconi e tanta purezza di cui andare fiero.
-Versione 2013 - l'ultima chance
Sono parte di una minoranza di sinistra-sinistra? Mi sta sulle palle la casta e Bersani-è-una-brava-persona-però...
Cosa faccio? Mi astengo/unisco il mio voto a quello delle legioni bestiali e voto Grillo.
Cosa spero? Che il governo PD di Bersani-che-ecc., dato dai sondaggi per sicuro abbia un cane da guardia e non faccia inciuci.
Cosa ottengo? Rischio di far vincere un partito guidato da una coppia di personaggi opachi che si arricchisce spacciando notizie false e propagandando idee non democratiche e lontane anni luce dalla sinistra.
Versione 2016-2017
Sono parte di una minoranza socialdemocratica. Non mi sono reso conto che, viste le esperienze degli ultimi vent'anni è lapalissiano che sono minoranza. Mi sta sulle palle Renzi, la sua arroganza, i voucher e la riforma scritta coi piedi?
Cosa faccio? Voto No al referendum.
Cosa spero? Che la sconfitta di Renzi porti il PD a tornare a una linea meno renziana, che il governo torni indietro su alcune riforme.
Cosa ottengo? Un governo fotocopia, elezioni prossime in cui o non vincerà nessuno o vinceranno le legioni di bestie e un PD renziano come prima.

2) meno importante - quelli che negavano che si votasse sul governo, cui erano favorevoli, ma si cristallizzavano sul "merito". Sono coloro che non auspicavano una crisi, ma ritenevano più importante la salvaguardia della Costituzione. Costoro - ammesso che esistano - si sono resi conto, dopo, che non esisteva la possibilità di conservare contemporaneamente Costituzione e governo.

Anche sul governo, forse non mi sono spiegato bene:

Ho scritto: "Questo governo ha lo scopo di forgiare una legge elettorale coerente e tenere in piedi la baracca".
Definisco "tenere in piedi la baracca": le banche, il terremoto, l'immigrazione, l'economia.
Oltre a questo, questo governo non ha mandato di fare.
Per fare questo, francamente non trovo scandalose le riconferme. Con le eccezioni già citate.

Più chiaro di così non riesco a essere. Non pretendo di convincere nessuno, ma mi piacerebbe che si capisse la mia tesi.

Il Paese sta andando a sbattere? Ma certo, da diversi anni. Oggi un Paese che crede nei cinquestelle è un Paese fottuto. La responsabilità è largamente sulle spalle della politica, ma non si può non vedere che classe dirigente, informazione e società non sono per nulla innocenti. E gli elettori pestatori seriali di merde, nemmeno.

Saluti

T.

PaoloVE ha detto...

@ T.:

il punto è che personalmente non condivido la tua considerazione iniziale: "il voto non era, nei fatti, sulla Costituzione, ma sul PdC". A mio modo di vedere è stato trasformato da voto sulla Costituzione ad un voto ibrido tra costituzione, Renzi e governo, non solo su Renzi.

Non fatico ad ammettere che per i tanti renziani ed antirenziani di ogni segno sia stato primariamente un voto sul Premier, nè nego che una parte dei NO siano stati originati da beghe interne al PD o da una voglia di sinistra (tanto mal riposta quanto minoritaria, dicono le analisi dei flussi elettorali), ma tuttora credo che l'approvazione di una costituzione che allargava poteri e discrezionalità delle segreterie di partito (tra le quali quella del PD appare tuttora quella meno spregevole) sarebbe stato un danno peggiore di una crisi di governo (ed in questo i fatti mi sembrano darmi ragione, visto che in meno di una settimana abbiamo riavuto lo stesso governo, quindi, in realtà, non vedo nemmeno alcuna merda pestata. D'altra parte, se ben interpreto i tuoi timori, credo che non sia l'esito del referendum a spingere i populisti, ma che viceversa e purtroppo sia ampiamente il risultato di un consenso elettorale già acquisito).

Lamento incvece l'occasione persa ed il potente esercizio di miopia di un Governo che non dà segno di provare a recuperare un minimo di contatto e sintonia con l'elettorato, in questo modo alimentando ulteriormente i populisti: questa è stata una scelta deliberata, evitabile e sbagliata al punto che, non ancora insediato, il confermatissimo Poletti sta già segnalando la criticità di un eventuale referendum sul Jobs Act, dimostratosi fallimentare alla riprova dei fatti. Magari Damiano (per dire) avrebbe potuto essere una alternativa...

Ciao

Paolo

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo,

con l'ultimo commento mi pare ci sia più chiarezza.

Unico punto è il finale: non sostengo che il No sospinga i populisti, sostengo che il gruppo 1 del mio commento sopra - chi auspicava, con il No, una svolta a sinistra ha pestato eccome una merda e di fatto è corresponsabile della situazione, in contrasto con la purezza che in cuor suo ritiene di aver preservato.

Notte.

T

Michele R. ha detto...

Buongiorno
Paolo,
A trasformarlo in ibrido ci ha pensato lo stesso Renzi:
1 Quando ha cominciato il dichiaratamentificio sull'esito referendario "se passa il NO, lascio la politica" facendo felice un sacco di contestatori.
2 Sordo a chi chiedeva modifiche alla riforma che era stata partorita.

E' sul primo punto che è partita la personalizzazione del referendum lo stesso PdC che ha offerto la sua testa - non richiesta - sul vassoio, inoltre se fosse stato preso in considerazione il punto 2, in caso di esito negativo al referendum avrebbe potuto esclamare "ho fatto tutto ciò che era in mio potere per portare a casa la riforma, sono venuto incontro alle critiche più di così non posso fare." e uscirne molto bene.

Saluti.

PaoloVE ha detto...

@ MR.:

sono d'accordo con te, anche se non me la sento di attribuire a Renzi l'intera responsabilità di entrambe le situazioni: da un lato gli avversari politici hanno snaturato il referenduma quanto lui (con destra e M5S che sin da subito hanno invitato a votare NO per mandarlo a casa), dall'altro spesso i suoi sodali (che peraltro si è spesso accuratamente scelto) si sono spesso dimostrati più oltranzisti di lui, come si è ben visto in campagna elettorale.

Ciao

Paolo

PaoloVE ha detto...

@ T.:

sul gruppo 1 si ripropone però il solito problema: la richiesta di trangugiare il boccone amaro è sostenibile sulla base di due presupposti:

1) che ciò avvenga episodicamente
2) che esista una sola alternativa e che sia molto peggiore

Mi pare che ormai, invece, si chieda ad una parte politica di fare questo sacrificio con sistematicità, che, col passar del tempo, la distanza tra chi lo chiede e l'alternativa che dovrebbe essere peggiore si riduca progressivamente e che, infine, il fatto di giungere al punto di non avere ulteriori alternative diverse tra cui poter mediare e scegliere sia un modo deliberato per porre sistematicamente le scelte in termini ultimativi e ricattatori.

Provo a spiegarmi meglio riferendomi all'ipotesi di referendum sul Jobs Act: temo, per quanto visto succedere sempre più spesso, che non sarà presa in considerazione l'ipotesi di smussare i punti dimostratisi più negativi (come la possibilità l'abuso dei voucher), e che, se dovesse celebrarsi il referendum, anche in questo caso, PER ASSENZA DI REALI CONTENUTI CONDIVISIBILI DALL'ELETTORATO ne' controparti su altri fronti, si tornerà ai toni ricattatori per cui, vincesse il NO, cade il governo, usciamo dall'euro e dalla UE, crollano le borse e arrivano le cavallette.

Su queste premesse, non ce la faccio a colpevolizzare più di tanto chi, alla fine, magari sbagliando perchè non è un sommelier di schifezze, sceglie di non mangiare per l'ennesima volta il solito cucciaio di porcheria e decide di provarne uno diverso.

Perchè il problema grosso in questa situazione è nella scelta del cuoco di propinare sempre e solo schifezze sempre peggiori nella speranza che lo spauracchio della pessima alternativa sia peggiore.

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

A quanto sostiene Paolo ribadisco il concetto già espresso altrove:

Alle elezioni ora come ora vale il chiodo scaccia chiodo. E' evidente a chiunque che l'offerta politica è triste per non dire demenziale, quindi per l'elettore medio ci sono due sole alternative:
- o non andare a votare.
- o l'opzione sopra, cioè votare gli altri, ben conscio che gli altri non saranno molto migliori degli uni.

Coloro che presiedono le istituzioni dovrebbero sempre tenere a mente di essere come l'elefante che balla sulla cristalleria della democrazia. Ciò esige quindi delicatezza, saggezza, ampia riflessione sulle azioni da intraprendere, comprensione, mai una parola fuori posto nè gridata, ricordarsi di essere lì di passaggio e cercare di lasciare come si è trovato... Di tutto questo nell'attuale panorama dirigenziale italico non c'è traccia.

F®Ømß°£ ha detto...

@Paolo

ci sono due dettagli:

1) la mia critica è rivolta a chi il boccone amaro non lo ha mai mandato giù: si veda il pedante elenco del mio commento precedente. Nel panorama politico bipolare di allora, più e più volte costoro hanno votato "per mandare un messaggio" alla parte politica vicina - e per non ingoiare il boccone, allora non amaro come oggi.
La conseguenza concreta è stata di far vincere gli altri. I disastri di oggi discendono anche da questo.

2) Non condivido per nulla la tesi per cui la distanza tra chi chiede di ingoiare il boccone e le alternative si starebbe riducendo.
È verissimo che l'offerta politica del partito che si suppone di sinistra coincide in molte cose con quella dei partiti di destra*.
L'alternativa oggi è tuttavia un partito privo di trasparenza, democrazia interna, forse persino eterodiretto, pienissimo di imbecilli e - appare ultimamente - non privo di figurepoco e molto opache. Il tutto guidato da due figuri che si arricchiscono con la diffusione di notizie false, problema tra i più gravi delle democrazie occidentali.
La differenza tra questa gentaglia e qualsiasi partito tradizionale non è trascurabile.

Vista l'aria che tira, lo sfasciarsi dell'UE non è per nulla un'ipotesi irrealistica. Finché posso evitare che farabutti che auspicano ciò vadano al potere, io il boccone lo mando giù eccome. È un ricatto? Bello e buono. Ma io la porcheria diversa non ho bisogno di provarla per vedere che è peggiore di quella che ci propinano.

Non così legioni di italiani, purtroppo.

Saluti

T.

*Questo è evidentissimo sul lavoro, ed è uno schifo, ma non lo è sui diritti civili - per esempio. Anni e anni di scelte effettuate dal gruppo 1 hanno prodotto anche questo.