Del perchè la sinistra continuerà a perdere/2

Buongiorno,

riprendo e concludo qui oggi quanto iniziato con il post di ieri. Restano valide tutte le premesse sull'estrema opinabilità di ogni considerazione.

Assodato che, per i motivi di cui scrivevo ieri, la sinistra non è realisticamente più considerabile il baluardo cui chiedere di difendere chi ha redditi medio bassi, devo ammattere che le cose sono andate un po' meglio sul piano del secondo fronte, quello delle battaglie per i diritti, dove invece alcuni risultati sono stati portati a casa e metabolizzati al punto di essere spesso largamente condivisi e dati per scontati (1) e addirittura non più considerati il risultato da difendere  di una battaglia politica d'area. 

Paradossalmente questo fatto ha portato le attuali battaglie per i diritti e contro le discriminazioni ad essere disperse su problematiche spesso molto diverse tra loro ed afferenti a diverse minoranze (dai gay agli immigrati) e non più un problema largamente sentito e partecipato.

E questa è una condizione politicamente difficile e poco redditizia (quanti voti ha portato la tardiva -e poco interessante per i più- adozione delle unioni civili?), per di più vissuta spesso come una battaglia in concorrenza se non proprio in contrasto con le più sentite problematiche generali di cui ho parlato prima.
 
Rifacendomi a quanto scrivevo ieri, come va di moda chiamare coloro che si disinteressano dei problemi della parte impoverita del Paese (la pancia!), quelli contigui a banche, finanza, grandi imprese? Establishment, forse?
 
E quelli che si impegnano invece per la difesa di bislacchi diritti che interessano solo esigue minoranze? Radical Chic?
 
Corrispondendo a queste etichette (meritate o meno) e non avendo individuato un elettorato alternativo (2) esiste forse la possibilità di non perdere elettori oppure la parte di elettorato sensibile a questi temi cercherà approdo altrove?

Non credo che davvero possiamo trattare quella che a sinistra (anche alla sinistra di quel PD che mi paia risponda perfettamente alla descrizione che ho dato nel post) bolliamo spesso troppo sbrigativamente come antipolitica e rivolta anti establishment alla stregua di mera risposta agli stimoli di demagoghi e populisti  perchè mi pare più realistico ritenere necessario fare ammenda sugli errori e fornire una sponda politica plausibile ai tanti che stanno cercando una soluzione ai propri problemi.Discorso diverso sarebbe parlare di una crisi della democrazia, usata strumentalmente per fare cose diverse da quelle cui era stata richiesta dagli elettori, come si diceva nei commenti giorni fa.

Il fatto é, e devo ammetterlo con sommo dispiacere a causa della mia vicinanza ideale a questa parte politica, che portare risultati richiede oltre a tempo, anche numeri, strutture e classi politiche dirigenti capaci, cose che in questo momento, a sinistra di un PD ben lungi dal voler cambiare (e forse anche solo dal volersi rendere conto del problema), nessuno ha.

Da cui la mia  rassegnata convinzione di cui nel titolo

Ciao

Paolo

(1) quanto siano stati metabolizzati e dati per scontati emerge chiaramente ad esempio dalla pressochè unanime indignazione che emerge quando, ad esempio, ciclicamente riaffiora il fatto che l'obiezione di coscienza rischia di compromettere il diritto all'interruzione di gravidanza

(2) in realtà la sinistra sembrerebbe anche aver aver individuato alcune aree cui proporsi, ma, a differenze di quelle tradizionali, si tratta di aree di dimensione più limitata e contese da più pretendenti...

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