Galli della Loggia ed il premier che non c'era

Buongiorno,

vi segnalo quello che, secondo me, é un bell'esempio di ipocrisia targato Ernesto Galli della Loggia uscito su Corrierone di ieri. Se parlo di esempio di ipocrisia non è per il fatto che EGdL sembra voler prendere le distanzae dal nostro beneamato Primo Ministro Renzi, prima appassionatamente e unitariamente sostenuto sia da lui che dall'intero quotidiano in cui lavora (se non proprio dall'intero sistema dell'informazione italiana), ma per il fatto che senta la necessità di giustificare il suo precedente appoggio fondandolo fittiziamente su presupposti mai esistiti nella realtà.

Vi lascio leggere il pezzo, limitandomi a segnalare qualche litigio colla realtà (i virgolettati sono tratti dall'articolo, il resto della spazzatura è mio):
  • "C’era un Renzi che ci piaceva. Molto. Era il Renzi arrembante all’assalto della nomenklatura politica italiana esemplarmente rappresentata dalla «Ditta» democrat. Il giovane uomo senza peli sulla lingua che prometteva aria nuova, idee nuove, facce nuove: e gli si poteva credere dal momento che era lui innanzi tutto, con il suo modo d’essere, a incarnare ognuna di queste cose". Infatti Renzi incarna esattamente il concetto di un politico rivoluzionario per l'Italia: si fa le ossa nell'Agesci, l'associazione degli Scout cattolici, aderisce giovanissimo al Partito Popolare Italiano erede della vecchia DC, con esso migra prima nella Margherita e poi nel Partito Democratico. Una roba mai vista, vero? E altrettanto rivoluzionario il fatto che non fosse il solito politico di professione, ma persona che proveniva dal mondo del fare, essendo stato assunto come dirigente dalla ditta del padre giusto qualche mese prima di essere candidato alla Provincia di Firenze, peraltro risultandone l'unico dipendente non precario.
  • "dietro non aveva molte letture e vattelappesca quali studi, ma questa era roba da Prima Repubblica. Nella seconda bisognava rinunciare a certe fisime". Apprendo con un certo sgomento che studi e letture sarebbero per EGdL fisime da Prima Repubblica. Scemo io che li inquadravo sotto la voce "preparazione e cultura" (1), ma non è questo il punto. Il punto è che il cursus honorum di Renzi, come ho evidenziato al punto precedente, è quello più tipico e caratteristico della Prima Repubblica, per di più della sua parte più conservatrice e politicamente immobilista.
  • "Era di sinistra? Sì che lo era. Di una Sinistra tuttavia diversa da quella della maggioranza dei suoi compagni. Diceva infatti cose ragionevolmente di sinistra ma coniugandole con molto buon senso." Scusatemi, ma qui Freud ci mette lo zampino e trasforma la cosa in barzelletta: praticamente EGdL scrive che Renzi è diversamente di sinistra :-), aggiungendo, più a qualificare la propria obiettività politica che le capacità di Renzi, che addirittura riusciva a coniugare sinistra e buonsenso :-)
  • "Fu presto chiaro che a questa condizione, nella Penisola come altrove, la Sinistra ha quasi la vittoria in tasca" Mi pare di capire quindi che non stiamo parlando del 2013, quando le primarie del PD furono ampiamente vinte da Bersani, ma le elezioni politiche (grazie anche alla aperta astensione di Renzi in campagna elettorale) furono, come direbbe EGdL?, un successo diverso da quello atteso, con Bersani a farsi umiliare in streaming dai gerarchetti del M5S perchè nelle urne i voti erano andati altrove
  • "con le primarie e poi con le elezioni europee il Paese lo plebiscitò." ... "Renzi con una spallata sloggiò dal governo il pallido Letta, che si reggeva sul vuoto, e ne prese il posto. Poteva fare diversamente? No. Con quel plebiscito alle spalle come avrebbe potuto lasciar passare il tempo aspettando nuove elezioni da lì a qualche anno? Come avrebbe potuto nel frattempo stare lì ad assistere impotente agli immancabili giochi contro di lui dentro e fuori il Pd?"  Ecco, qui sarebbe bene ricordare che Renzi salì al governo prima di essere plebiscitato dalle Europee (2), e non con un plebiscito alle spalle come sostiene EGdl. E sarebbe bene ricordare anche che il cosiddetto colpo di spalla a Letta, nella nostra realtà, fu, per parlare degli immancabili giochi contro, quel bell'esercizio di politica e trasparenza passato alla storia per il famoso "Enrico stai sereno" (3)
  • "il nostro sistema politico-costituzionale non era fatto davvero per aiutarlo. In Italia, l’outsider, l’uomo fattosi da solo, non può diventare l’uomo solo al comando: non lo consentono né le regole né la tradizione." E così EGdL liquida vent'anni di un signore di nome Berlusconi che, outsider assoluto, ha incarnato l'uomo solo al comando sino a tre anni fa, evidentemente senza che l'editorialista del Corriere se ne accorgesse. Anche stavolta però il punto non è questo, ma il fatto che Renzi, con il completo assenso dei media compattamente schierati a suo favore, tutto era tranne che un outsider: mai ascesa al potere fu più scontata e accuratamente preparata ed accompagnata da media plaudenti.
  • "Le amicizie invece il nuovo Renzi le ha cercate quasi solo nel mondo «del fare», come lui ama dire ... Lo si è visto invece di frequente tra gli imprenditori, nei circoli della finanza, tra gli esperti di economia e di affari. Ai quali egli non usa lesinare i complimenti più sperticati e le più calde attestazioni di stima: ricambiato allo stesso modo ma verosimilmente — com’è nella natura degli affari — pure con richieste di tale medesima natura" Vedendo chi finanziava, veniva invitato ed osannato alle Leopolde organizzate dal vecchio Renzi, sembrerebbe che EGdL sbagli anche a voler circoscrivere certe simpatie al nuovo Renzi: da Serra a Marchionne i riferimenti erano già quelli, non sono frutto di una evoluzione che lo ha portato lì in tempi recenti...
  • "il Renzi della realtà ... si è sentito e si sente indotto, per reggersi in sella, a dire troppo spesso cose nuove e forti che restano parole" Mi basta citare il termine "Rottamazione" per poter  fare lo stesso discorso precedente: la tendenza allo slogan eccessivo è sempre stato caratteristico di Renzi, non esito recente di un cambiamento.
In sintesi: tutte le cose che ad EGdL oggi non piacciono più di Renzi, erano già molto evidenti da sempre.

Resta da capire se l'editorialista sia stato così miope da non vederle, oppure se allora gli piacessero ed ora se ne vergogni al punto di riscrivere goffamente e forse in malafede una realtà ucronica.
 
Ciao

Paolo

(1) non che io mi senta di dire che Renzi è persona priva di preparazione o cultura, peraltro...

(2) ci sarebbe peraltro molto da dire sul plebiscito delle Europee, ma lasciamo stare 

(3) sulla democristianissima propensione alla congiura di Palazzo del Premier potete trovar conferma anche ricordando la mattina dei dalmati congiura dei 101 che bruciarono Prodi, congiura di cui ovviamente EGdL si dimentica. O preferite risordare il linciaggio mediatico e polito di Ignazio Marino?

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