Lo spettro del default non è stato esorcizzato

Buongiorno,

presi come siamo dal cercare di confinare in una Grecia già piegata dalle politiche economiche europee il problema dei profughi, abbiamo distratto la nostra attenzione dal fatto che, in realtà, il problema degli elevati debiti pubblici statali europei e della loro sostenibilità forse è stato risolto solo parzialmente.

Al di là dell'aver imposto alla Grecia delle condizioni draconiane di tagli allo stato sociale come clausola per continuare a concedere credito (condizione che però non ha intaccato l'indebitamento del Paese ellenico, e che anzi lo ha peggiorato) ed aver preteso dagli stati mediterranei il rispetto dei parametri europei su debito e deficit con risultati non esaltanti, è stato fatto poco se non pochissimo, specialmente nei Paesi dove l'indebitamento è in qualche modo mascherato da operazioni finanziarie e/o non riconducibile a squilibri nei bilanci dei servizi pubblici.

E così, nel silenzio e nel disinteresse generale, appena oltre confine, si sta consumando un default già da tempo annunciato per il Land austriaco della Carinzia (1), che dobbiamo sperare non sia il tassello di partenza di un nuovo domino europeo o, peggio, più esteso.

Ne avevo appena accennato tempo fa, per cui riprendo molto sommariamente: la Carinzia aveva negli anni fatto da garante ad Hypo Bank, banca di cui deteneva una consistente partecipazione, affinchè questa, pesantemente indebitata, potesse trovare finanziamenti e restare in piedi (2).

Con l'aggravarsi della condizione debitoria di Hypo Bank si è però giunti al fallimento della banca e, in questi giorni, a mettere i suoi creditori nella condizione di aver titolo di rivalsa sulle garanzie fornite dal Land carinziano, che però sembrerebbe essere macroscopicamente incapace di soddisfarle malgrado la Germania avesse precedentemente accordato ai cugini carinziani quella tolleranza che ha sempre negato alla Grecia, aggiungendosi al soccorso dello stato federale erogato tramite un prestito concesso dallo Stato federale austriaco ad un Land sostanzialmente dichiarato insolvente dalle agenzie di rating.

Insomma in un gioco di conniventi finzioni (cittadini entusiasti di un insostenibile benessere acquisito a debito da un lato, politici che per acquisire potere e consenso millantano di poter garantire un debito pari a decine di volte il loro bilancio e finanzieri che "non si accorgono" dell'insussistenza delle garanzie stesse), stanno evaporando una decina di miliardi di euro inventati da quella economia virtuale che è sempre più la grande finanza.

Purtroppo sembra che la realtà presenterà il conto, con gli interessi, e potete scommettere che a pagarlo saranno i cittadini convinti sino all'altro giorno di poter beneficiare indefinitamente di basse tasse, credito facile e servizi di alto livello, non certo chi, politici e finanzieri, li ha convinti dell'impossibile (invero con poco sforzo), assecondando per proprio interesse l'altrui desiderio di un benessere a finto costo zero (3).
 
Ciao

Paolo

(1) Viene il dubbio che i tanti imprenditori italiani che hanno trasferito le loro attività in Carinzia siano stati attratti da condizioni di credito, fiscali e di servizi che si sono dimostrate insostenibili, come era già avvenuto nel caso dell'Irlanda.


(3) cosa che dovrebe farci ragionare un attimo sull'opportunità di continuare a pretendere di sforare il deficit e alimentare conseguentemente il nostro debito pubblico...

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