Lo spirito del tempo / 1

Buongiorno,

Oggi vi propongo un post di Tommaso, che supplisce alla mia crescente latitanza e che ringrazio. Mi riservo una nota finale e di riprendere di sponda i concetti di questo post in quello mio di domani.

Leggo sulla Stampa questa notizia. Pare che un imprenditore - coerente con lo spirito del tempo - abbia voluto "premiare" con una coppa i suoi dipendenti più assenteisti. Naturalmente questo ha fatto sì che ad essere umiliati pubblicamente durante il discorso di fine anno fossero persone che avevano accumulato centinaia di giorni di malattia: quindi persone con reali problemi di salute. Gravi probabilmente.

Ora, che persona è colui che non si rende conto di questa ovvietà? Cioè che, pur ammettendo un possibile problema di assenteismo, i record di assenze per malattia probabilmente sono legati veri problemi di salute?

Il sospetto è che siamo di fronte a un caso simile a quello del pluricitato imprenditore-che-trasloca-in-Austria, di cui avevo parlato in un altro post. Quello che candidamente dichiarava: "Perché se uno è in malattia e non mi serve più, perché non devo licenziarlo?"

L'epigono in questione è un po' meno esplicito, ma parla comunque di "mani legate" contro gli assenteisti e di "segnale dato che ha fatto crollare le assenze a gennaio".

Il fatto è che questa gente si nasconde dietro la - giusta, ma quanto rilevante nel caso in questione? - lotta agli assenteisti "furbetti" per colpire tutti gli assenteisti, malati compresi. Questi vogliono arrivare al punto in cui se ti ammali non ti pagano. Punto. Un po' come il mio sindaco che chiude i kebabbari perché non vuole gli stranieri. L'ipocrisia è la stessa. (1)

E la cosa più orribile - il silenzio dei colleghi durante la pubblica gogna lo testimonia - è la solidarietà che ceffi di questa risma riscuotono proprio tra le vittime di questa regressione dei diritti nel mondo del lavoro. Ben educati dal coro compatto dei media, coloro che lavorano 10-12h pagati per 8, che sono reperibili nel weekend, senza una contropartita, che se si ammalano sono guardati male e quindi vengono a lavoro con la febbre, si identificano più con la faccia sorridente del "re dei rubinetti" che con i loro colleghi.

Saluti
 
Tommaso

(1) mi riservo anche questa piccola nota amara: come non essere felici e come non sentirsi rassicurati dal fatto che a personcina tanto a modo ed equilibrata ("Se uno entra in casa mia con intenzioni cattive e non è invitato, entra in piedi ed esce disteso.") sia stato celermente concesso un regolare porto d'armi?

My two cents: non so chi fossero i candidati al podio del concorso, ma mi è facile indovinare che menzione particolare avrebbe meritato anche tale Nobili Alberto, il signore che sorride con aria beota nella foto di apertura di questo articolo: immagino che la "cerimonia", cui sono stati chiamati a partecipare 250 dipendenti abbia interrotto la loro attività almeno per un'ora, altro tempo sarà stato necessario all'allestimento dei locali. Il che, prescindendo da un ovvio deterioramento dei rapporti aziendali, fa oltre 250 ore lavorative gettate lietamente nel cesso. Cioè tra le sei e le sette settimane uomo buttate via, nella convinzione di essere un genio. Il tutto apparentemente in assenza di un motivo di salute, almeno di quella fisica..

E mi associo, è terribile il silenzio degli astanti, testimonianza di un mix di condivisione, accettazione e mancanza di dignità degna di altri tempi.

1 commento:

PaoloVE ha detto...

Ho voluto lasciar trascorrere qualche ora, per essere sicuro di non incorrere in una uscita avventata, ma ora sono ormai ragionevolmente convinto che sia più che legittimo augurarmi che sul titolare piovano congrue richieste di danni per mobbing, violazione della privacy.

Magari qualche consistente esborso economico, oltre a ristorare i danneggiati, potrebbe fargli capire qualcosa...

Saluti

Paolo