Quello che l'Italia non ha

Buongiorno,

ieri sul Corriere Enrico Galli della Loggia stigmatizzava l'assenza nel contesto politico italiano di una Destra moderna e liberale, analisi che in gran parte sorprendentemente condivido e che però trovo monca.

La tesi di EGdL è che la Destra italiana, dalla DC a Berlusconi, sia stata espressione di un conservatorismo sterile, capace di opporsi alla Sinistra, ma non di innovare il Paese. 

Il che per me è fare un grosso torto alla vecchia DC, partito sicuramente conservatore e non del tutto liberale, ma sicuramente tutt'altro che sterile sotto il profilo politico in quanto capace, tra mille contraddizioni ed errori, di traghettare l'Italia da una realtà postbellica agricola ad una realtà industriale, di darle un sistema sanitario di assoluta eccellenza ed un sistema scolastico più che decente, di realizzare progetti di edilizia pubblica di notevole portata ed opere pubbliche tuttora fondamentali per l'Italia,... (1) tutte cose davanti alle quali i prodotti delle declinazioni della nuova destra liberista italiana appaiono miserrimi se  non proprio ampiamente negativi.

Ma questa è, in qualche modo, storia antica.

Quello da cui maggiormente dissento è l'idea che, attualmente e nel recente passato, la Sinistra abbia avuto bisogno di una Destra a sbarrarle la strada, quando in realtà secondo me come pensiero politico nella pratica non ha avuto alcun partito di sbocco che avesse un reale peso.

Infatti sino agli anni Ottanta la DC limitava all'amministrazione di alcune regioni una Sinistra allora anche ideologica che aveva nel PCI il proprio riferimento principe, ma dalla metà degli anni novanta, con l'innamoramento degli eredi del PCI per le teorie New Labour di Blair, che tutto erano tranne che di sinistra (2), lo spazio politico per una Sinistra che non fosse meramente nostalgica e operaista (quella di Rifondazione, per intenerci) è semplicemente scomparso (e, in realtà, è scomparso, non rimpianto, anche lo spazio per una Sinistra nostalgica tout court).

C'erano pochissime tracce di Sinistra nel partito di Dalema, altrettanto poche in quello di Bersani, quasi nessuna in quello di Prodi, Veltroni, Rutelli e Letta. 

E, oggi, non solo non ve n'è alcuna nel PD di Renzi, che rappresenta ormai l'ennesima forma di Partito di un Centro che ha monopolizzato tutta la vita politica italiana dal dopoguerra ad oggi (3) (4), ma in Italia non vi è alcun equivalente  di Siryza, del Labour, di Podemos e nemmeno di una Die Linke, nè apparentemente alcuna prospettiva per la loro nascita

Il che, anche se EGdL non ve lo dice, è l'altro pezzo politico che l'Italia non ha, e la cui assenza è altrettanto grave di quella della Destra liberale che lui lamenta.

Ciao

Paolo

(1) il tutto mantenendo sostanzialmente sotto controllo il debito pubblico, che esploderà invece tra il 1980 ed il 1993, quando nei governi italiani, e soprattutto nella loro regia economica, aveva un forte peso il PSI dei vari Craxi, Formica, De Michelis,...

(2) basta leggere come Blair parla del suo attuale successore alla testa del labour Party Corbyn per capire quanto il pensiero di Blair fosse di sinistra 

(3) con l'eccezione della Destra personalistica di SB

(4) non voglio entrare qui nel merito se questo centro sia conservatore o meno: mi limito a riportare l'impressione che si stiano forse rottamando le persone, ma che, cambiati i suonatori, si stia suonando la stessa musica...

3 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

credo che il punto sia che la DC non è stato esattamente un partito di destra, data l'assenza del tratto liberale.
Secondariamente in Italia c'è stata l'anomalia di avere un partito comunista prevalente su quello socialista, per non parlare della fine che ha fatto il PSI nelle mani dei ladroni degli anni Ottanta. ma questo esula dall'analisi.
Sul resto sono d'accordo a tratti, ma trovo che ci sia un'altra parte dell'analisi che manca. Dopo tangentopoli, la destra non liberale, ma conservatrice e corporativa ha avuto successo poiché è la classe dirigente del Paese a essere corporativa, poco liberale, ostile alla concorrenza, arretrata culturalmente, la classe politica ne è conseguenza. Credo inoltre che il sostegno mediatico ed elettorale a questo tipo di destra sia in parte responsabile dello scivolamento dei partiti di sinistra verso il centro e l'orrore attuale.

Ciao

T.


PS: il sedicente storico Ernesto, con la sua onestà intellettuale paradigmatica, preferisce non ricordare quanta parte abbia avuto lui, e il suo giornale nel sostegno ventennale alla destra berlusconiana.

Michele R. ha detto...

Buongiorno,

Dal momento che mi ha preceduto, non posso che fare gli applausi al Post Scriptum di Tommasso.

Quando scrive EGDL così come molti altri editorialisti del fu CdS, ovvero il quotidiano della classe borghese e liberale Italiana, il massimo che posso fare è utilizzare quella carta, al pari di altri (in particolare il Giornale e Libero), per scopi igenici.

Saluti.

PaoloVE ha detto...

@ T. & MR:

sono sicuro che EGdG sarà sicuramente stato uno di quelli che lo ritenevano un sincero liberale.

http://acutocomeunapalla.blogspot.it/2013/03/per-chi-dice-che-lo-credeva-un-sincero.html

:-)

Ciao

Paolo