Un problema non solo lombardo

Buongiorno,

da quanto ho visto in questi giorni relativamente alla tornata di arresti legati agli appalti per l'Expo ed al giro di presunte malversazioni ad essicollegato, mi pare di percepire il pio quanto irragionevole desiderio che si stia assistendo a qualcosa di circoscritto al pur enorme giro d'affari legato all'Expo o, al più alle attività svolte dagli arrestati per la Regione Lombardia.

Come dicevo il desiderio potrà anche essere pio, ma è molto probabilmente irragionevole ed infondato per molti motivi.

Infatti quando si ipotizza il coinvolgimento di Manutencoop, si ipotizza che ad essere coinvolto nel giro di malaffare sia un player di dimensione almeno nazionale, che estende i suoi interessi in aree di business e geografiche (mi risulta che sia molto forte e presente in Emilia Romagna, per dire).

Quindi, almeno indirettamente, se saranno confermate le ipotesi che vorrebbero Manutencoop favorita nelle situazioni in esame, di questa condizione il gruppo si sarebbe potuto avvantaggiare su tutto il territorio nazionale, non foss'altro che per una più vantaggiosa possibilità di ripartizione dei propri costi fissi rispetto agli eventuali concorrenti non favoriti (1), senza dover immaginare che la policy aziendale possa essere stata la medesima di cui si parla anche negli altri appalti gestiti altrove.

Ma c'è un altro aspetto, legato al fatto che gli indagati (o almeno parte di loro) sono tra i principali operatori nel settore degli appalti della ricca sanità lombarda, settore nel quale la Regione Lombardia ha per decenni investito grandi risorse per realizzare una concentrazione di poli d'eccellenza e di tecnologie avanzate che non hanno confronto in Italia.

Il risultato voluto di questa politica è stato di trasformare la Lombardia nell'hub sanitario nazionale, per cui, da una parte, chi abbia bisogno di cure che richiedano tecnologie particolarmente spinte finirà con buona probabilità col rivolgersi a qualche centro lombardo (2), dall'altra ogni disfunzione indotta in quel sistema (e gli ipotizzati sistemi corruttivi sarebbero una distorsione di grande entità) avrebbe ovviamente ripercussioni sull'intero bacino dei fruitori.

Quindi, purtroppo, se venissero confermate le accuse, anche solo nei termini in cui è posto adesso, il problema non avrebbe una dimensione unicamente regionale, ma  sarebbe già un problema di portata nazionale.

Molto più di quanto lo sia stato lo scadalo del Pio Albergo Trivulzio ai tempi della prima Tangentopoli.

Ciao

Paolo

(1) ed è facile intuire come i concorrenti sarebbero davanti all'alternativa tra venire estromessi dal mercato o adottare gli stessi metodi per competere

(2) anni fa ebbi un confronto con un certo numero di colleghi lombardi, stupendomi di come in Lombardia anche centri minori potessero permettersi tecnologie che nella mia Regione erano solo occasionalmente faticoso appannaggio delle 3 o 4 realtà sanitarie di maggior rilievo. Mi spiegarono che per loro era relativamente più semplice acquistare un'apparecchiatura complessa e costosissima, purchè attirasse il grosso della sua utenza da fuori Regione, piuttosto che sostituire un semplice defibrillatore obsoleto da poche migliaia di euro, proprio perchè in quel modo la Regione Lombardia ne scaricava buona parte dei costi sui pazienti e sui sistemi sanitari delle altre Regioni

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