Disinvolti (e ben accetti) fomentatori d'odio

Buongiorno,

nei giorni scorsi in Veneto è successo un fatto che ha acquisito rilievo anche a livello di stampa nazionale e che esemplifica molto bene come disinformazione ed ignoranza siano dei pilastri fondamentali su cui si basa il razzismo. Siccome mi pare che si tratti di un esempio cristallino e paradigmatico, ne approfitto per esporre cos'è successo e, per una volta e proprio per questo motivo, mi piacerebbe che questo post avesse un po' di diffusione.


Confesso che, di primo acchito, la notizia mi trova piuttosto maldisposto: in questi termini si tratterebbe infatti di sottrarre all'utilizzo pubblico una struttura pubblica per riservarla ad un utilizzo privilegiato da parte di una minoranza. 

Giungo persino a pensare di scriverci un post, perchè in questi termini l'iniziativa non mi piace: la trovo infatti controproducente rispetto a qualsiasi forma di integrazione, che dal mio punto di vista si ha quando si condividono esperienze tra diversi, non quando ognuno si ritaglia un pezzettino esclusivo all'interno di cui restare richiuso, peggio se escludendo gli altri dalla possibilità di fruire di un bene pubblico.

Leggendo all'interno degli articoli, scopro che si tratta di una iniziativa in qualche modo estemporanea (un'ora e mezza per tre domeniche) ed a pagamento, per cui decido che, pur continuando a non piacermi, la dimensione della cosa non vale lo sforzo di un post, ben sapendo che ci sarà chi invece andrà in brodo di giuggiole all'idea di poter strumentalizzare la cosa.


Dichiarazioni che, propiro perchè provenienti da un ambito istituzionale, mi infastidiscono più delle solite scontate, trite e becere manifestazioni dei pochi patetici forzanovisti urlanti raccattati in giro un po' in tutto il Veneto e convenuti per protestare contro l'iniziativa.

Ma sino a qui saremmo rimasti in un campo che potremmo descrivere come quello di reazioni (per me) sproporzionate ad un problema (per me) trascurabile.

Il fatto è che la stampa ha letteralmente creato la reazione razzista (ed anche una certa qual simpatia per i razzisti) omettendo di dire che il problema non è trascurabile ma semplicemente del tutto inesistente: la piscina non è stata riservata alla donne musulmane ma a tutte le donne (estendendo alla vasca una separazione di genere comunemente accettata ad esempio per i servizi ingienici e per gli spogliatoi) e, soprattutto, non riportando il fatto che l'accesso esclusivo alle donne è stato collocato in un orario in cui le piscine sono altrimenti inaccessibili a chicchessia, perchè chiuse (1).

A riprova che non dico ca**ate, ecco l'orario normale della piscina e quello dell'iniziativa "Solodonne" (o forse preferite la cache di Google, visto che la notizia è stata rimossa dal sito della piscina): confrontate pure voi gli orari e verificate se l'accesso è riservato ai soli seguaci di Maometto.

Insomma, l'articolista del Corriere del Veneto che firmava il pezzo, tale Alice D'Este che presumo non essere musulmana, potrebbe tranquillamente entrare in piscina alla Bissuola aderendo a quell'iniziativa, ma non potrà farlo in quegli orari in altre domeniche perchè troverà chiuso. Nessuno ha sottratto spazi o accessi ad altri, anzi, a seguito dell'iniziativa ne sono stati creati di nuovi.

E adesso, per meglio definire dove e come in questa situazione sia nato il razzismo, immaginate che, invece di titolare "Piscina vietata agli uomini per far nuotare le musulmane" (come purtroppo ha fatto) il Corriere del Veneto avesse titolato (restando peraltro più aderente al vero) "Piscina: tre aperture straordinarie riservate alle donne". Tutt'altro effetto, vero?

Mi riservo una chiusa a ulteriore chiarimento della mia posizione: alle stesse condizioni d'uso (quindi pagando e al di fuori degli orari normali) sarei altrettanto favorevole anche ad una apertura straordinaria riservata a quelli che hanno inscenato la gazzarra di cui ho già parlato, magari annunciandola sui giornali con minor imprecisione (quindi nessun "Piscina vietata a tutti per far nuotare i neofascisti").

E, per usare gli algidi argomenti ed simpatico linguaggio dei loro simpatizzanti (leggete i commenti alla notizia nel sito del Corriere), purchè prima si lavino bene e sempre che non ci sia dopo la necessità di cambiare l'acqua della vasca, ovviamente.

Ciao

Paolo

(1) In realtà ci sarebbe un piccolo sforamento nell'orario normalmente riservato al nuoto libero, sforamento compensato da uno slittamento di mezz'ora di quest'ultimo, la cui durata, a risarcimento dell'eventuale disturbo per i fruitori, è stato allungato da due ore a due ore e mezza.

2 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

niente di nuovo. Alla domanda se sia più la stampa a influenzare l'opinione pubblica o se sia ciò che si dice tra la gente a dare spunti ai giornalisti, trovo sempre difficile non propendere per la prima.

È molto difficile rompere questo circolo vizioso che porta sempre il peggio a emergere.

Saluti

T.

MS ha detto...

Mi sto sempre più avvicinando alla posizione storica di Tommaso ;-)

nye,
MS