Chi soffia sulle braci?

Buongiorno,

uno dei motivi per cui nei giorni scorsi non ho buttato giù niente sta nel fatto che le notizie proposte come "di interesse" dai media e gli argomenti su cui si sono concentrati i nostri politici hanno gran poco a che fare con quelle che secondo me sono le reali emergenze cui la politica e la classe dirigente nazionale dovrebbe rispondere in questo momento.


Trovo grottesco e vagamente feroce disquisire dottamente di presidenzialismo e/o semipresidenzialismo (con l'intento nemmeno tanto nascosto di procrastinare una riforma elettorale che sarebbe invece necessaria) oppure delle luminose prospettive che le elezioni amministrative aprono a questo o quello schieramento (il tutto magari omettendo di riflettere sul fatto che abbiamo un partito che ha la presidenza delle tre regioni italiane di maggior peso economico -Lombardia, Veneto e Piemonte- a fronte di un elettorato assestato su percentuali ridicole) o ancora dei rimborsi spese e degli "smottamenti" veri o presunti di un movimento di opposizione (parliamo di ben due parlamentari!) o per finire dei raffinati accordi interni alle correnti che vorrebbero rottamare o mantenere in piedi il primo partito italiano dopo quello dell'astensione (ma intanto lo svuotano dall'interno tra le sterili polemiche) mentre l'economia italiana è, fuor di metafora, AL DISASTRO.

Davanti ad un fiorire di situazioni che vanno dall'ILVA all'INDESIT, dalla OM di Bari alla BERCO, davanti a dati statistici diversi ma concordanti nel confermare una disfatta del sistema produttivo italiano di portata epocale, qualsiasi discorso istituzionale che non verta su questi temi è l'equivalente di parlare di brioches al popolo affamato che chiede pane.

Un brutto volo oltre la realtà, col rischio sempre maggiore e sempre più concreto che questa venga a presentare il conto e che lo  faccia con modalità non dissimili da quanto abbiamo già visto con Maria Antonietta piuttosto che con Preiti.

Ciao

Paolo

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