Pedalate veneziane/1: Mirano Giare Dogaletto Fusina Mira Mirano

Buongiorno,

per oggi vi chiedo di accontentarvi di un fill-in pronto da un po': spero vi piaccia

partite dal cinema di Mirano, attraversate la strada ed avviatevi lungo l'argine destro (quello pedonale / ciclabile) del canale Taglio pedalando sul vostro mountain bike (sconsiglio altre bici: ci sono vari tratti in sterrato). Nell'arco dei pochi Km che vi separano da Mira passerete sotto (nel senso del sottopasso) al fior fiore delle infrastrutture viarie del Nord Est: attraverserete il Passante di Mestre, poi la ferrovia Venezia - Milano, quindi l'Autostrada A4.

In tutto questo baillame viario potrebbe sfuggirvi il fatto di aver attraversato anche il paese di Marano Veneto, ma avrete fatto anche quello.

Giunti a Mira dovete attraversare la statale Brentana e immediatamente dopo, davanti al Dubliner (un buon pub con ampia scelta di birra e valido menù di panini / club sandwich), il Brenta valicando un bel ponte girevole pedonale.

Proseguite nella stessa direzione lungo l'argine sinistro del Canale Novissimo sino a Porto Menai, dove, all'altezza del ponte, la strada diventa sterrata. Continuate dritti sullo sterrato, lasciando dopo un po' a sinistra la mai nata idrovia e proseguite oltre la vecchia chiusa. Qui dovrete scendere dall'argine per continuare lungo una viuzza (via Ca' Nogara) e poi lungo il sentierino che porta sino ad incrociare la statale Romea.

Cavane...
Prendete un respiro profondo e molto coraggio ed attraversate schivando camion ed automezzi lanciati a velocità warp: se siete sopravvissuti potete continuare lungo via Giare e poi via Ca' Nova seguendo le indicazioni per il ristorante "alla laguna" sino a raggiungere i margini della laguna in corrispondenza delle cavane (per i non veneziani: diconsi cavane sorta di garage per barche, circa delle palafitte senza fondo, per capirci), da qui continuate lungo la sterrata alla vostra sinistra che lascerete solo oltre un grosso cancello chiuso, subito prima di una piccola collinetta appena accennata che vi terrete a destra percorrendo una traccia quasi visibile in mezzo all'erba.

Aggirata la collinetta troverete una ulteriore sterrata che vi porterà in direzione delle grosse idrovore poste alla foce dell'Idrovia ed all'argine di quest'ultima. Qui l'assenza di un ponte vi impone di allungare il percorso: dovete risalire l'idrovia sino al cavalcavia (se non ne avete più restate sull'argine e rientrerete sul percorso già fatto subito a valle di Porto Menai), scavallarlo percorrendo forse un Km di Romea in direzione Marghera e, districandovi agilmente tra le molte prostitute che frequentano la zona a qualsiasi ora, seguire, davanti all'ipermercato, le indicazioni per Dogaletto.

Percorrete quindi tutte via Bastie e via Foscara sino a raggiungere Malcontenta (fate una puntatina a vedere la villa, magari, già che ci siete), dove attraverserete la chiusa sul canal Bondante procedendo in via Pallada lungo l'argine destro del ramo morto del Brenta sino all'antica chiusa del Moranzani, che attraverserete per prendere a destra la statale che vi porterà a Fusina, il punto più lontano del giro.

Il baretto è aperto? Bene, a mia modesta ed insindacabile opinione, vi siete meritati una mozzarella in carrozza ed un birrino, bravi!

Se la Grande Muraglia delle Sacre Navi da Crociera ve lo permette e se non c'è nebbia, da qui godete di un insolito panorama su Venezia.

Se non volete annoiarvi al ritorno facendo la stessa strada, quando raggiungete la chiusa sul canal Bondante proseguite dritto, percorrendo tutta via Malcanton e, attraversata per l'ultima volta  la Romea, via Seriola veneta destra e sinistra sino a quasi raggiungere il Molin Rotto (altro locale di pregio per birre, panini ed altre simili delicatezze). Al semaforo prendete a destra, sfiorando forte Poerio, uno dei capisaldi della difesa di Venezia in terraferma e percorrete via Risorgimento e, sulla sinistra, via Valmarana (si, lo so, ci sarebbe una via più breve, ma vi perdereste la villa, bestie!).*

Proseguite poi a destra oltrepassando le piscine lungo riviera Matteotti sino al prendere il ponte che vi permette di passare sull'altra sponda del Brenta e raggiungere la Piazza di Mira Porte attraversano l'isola creata dal taglio del ramo morto. Prendete a sinistra (Via don Minzoni)  e poi la prima a destra (Via del Cimitero) proseguite su sterrato lungo l'argine, attraversando anche via Nazionale e, sempre lungo l'argine del piccolo canale, vi ritroverete al ponte pedonale / ciclabile sul canale Taglio tra Mira e Marano, avendo però aggirato il paese.

Da qui, andando a destra sulla ciclabile potete rientrare facendo la stessa strada dell'andata.

Credo siano una cinquantina di Km di assoluta soddisfazione: paesaggi, panorami, storia, arte, natura, fauna, di tutto, di più...

Io ci metto circa tre ore, godendomela...

Ciao

Paolo

* per gli estimatori suggerisco anche la pizzeria (ovviamente Valmarana) il locale non si presenta benissimo, ma la pizza è molto buona...

2 commenti:

renzo ha detto...

Paolo perdonami ma vado decisamente OT, con una sola considerazione in modalità Estremista ON.

Non ce la potrò fare a sentire per 3 mesi i vari capezzone, verdini, gasparri, straquadanio, larussa, biancofiore, gelmini e altri giullari di corte. Stamattina quando ho sentito le CA...ATE della Gelmini su R24 da Milan mi si è rivoltato lo stomaco.
Non ce la potrò fare ad ascoltare questa gente che ci racconta le peggio minchiate senza nessuno che le interrompa e le faccia presente che sono appunto Minchiate, SENZA DOVER SPIEGARE PERCHE' sono Minchiate.
Non ce la potrò fare a spendere energie e fiato per discutere con un votante di B. il motivo per cui B. ha portato l'Italia allo sfacelo, non ha senso, non ho voglia.

Sono incazzato come un'ape.
Ditemi come devo fare.

Michele R. ha detto...

Grazie Renzo,
Stavo per ascoltare il podcast. Grazie per avermelo segnalato cosi salterò a piè pari...

Michele.

PS la cura x i prossimi 3 mesi è quella di Ulisse con le sirene: un pò di cera d'api nei padiglioni auricolari ;-) Quei personaggi sanno bene che saranno estromessi dalla scena politica per questo alzeranno il livello delle cazzate come se fossero delle verginelle. Ieri sera ho avuto l'antipasto ascoltando 2 minuti finali di ottoemezzo in cui La Russa tacciava di marxista il povero Ignazio Marino, uno dei personaggi del PD x me più stimabili.