Vattani: la mala informaciòn

Buongiorno,

mi scuso anticipatamente perchè nei prossimi giorni temo sarò irregolare nella pubblicazione dei post.

come i più assidui di voi sapranno ho seguito con una certa assiduità la vicenda di Mario Vattani, il console di Osaka che, in spregio al ruolo di alto rappresentate della Repubblica Italiana, si è esibito nel ruolo di front man di un gruppo rock neofascista ad un concerto organizzato da quei simpatici burlonacci di Casapound.

Dopo che il concerto era diventato pubblico si è assistito alla trafila delle solite manfrine all'italiana cui si passa in questi casi: mentre sul caso scende progressivamente il silenzio, le sanzioni annunciate venivano rinviate, ridimensionate ed impugnate mentre sottobanco si attivavano le reti protettive di parenti e importanti e politici amici a favore del giovin nobile virgulto.

Il risultato netto è stato il fatto che le sanzioni nei confronti di Mario Vattani si sono ridotte ad un breve periodo di sospensione, come potrete verificare se vi va cercando “Mario Vattani” nel boxino di ricerca del blog.

Ho letto pertanto con sorpresa il contenuto di questo articolo sul Corriere di qualche giorno fa nel quale lo scrivente sostiene che Vattani non ha ripreso servizio dopo la prima sospensione, in quanto questa ricostruzione mi pareva contrastare nettamente con quanto tutto il percorso della storia faceva presagire. Insomma, c'era qualcosa che non tornava.

Infatti le informazioni riportate dal Corriere sono almeno in parte errate e probabilmente tendenziose.

Basta andare sul sito del Consolato italiano adOsaka (vi ci porta Goggle, non servono percorsi iniziatici alla Dan Brown) per vedere come Vattani in realtà abbia ripreso la sua attività (almeno temporaneamente) almeno nel mese di maggio (mi pare anche di aver anche ironizzato sui suoi commenti ad una delle manifestazioni cui aveva presenziato).

E congedi parentali ed aspettative si scelgono, non vengono imposte, quindi il povero Vattani è ancora in organico tra i nostri diplomatici, e quello dell'olio è realisticamentre un hobby, a differenza di quello che il tono dell'articolo farebbe pensare.

Insomma il giornale che ultimamente si vanta di effettuare in maniera efficace il fact checking (peraltro affidandolo ai lettori -probabilmente in questo più affidabili dei giornalistri che dovrebbero farlo per etica professionale-) pubblica l'ennesima bufala che, guarda caso, risulta funzionale a tutelare il solito privilegiato.

Gli sdentati cani da guardia del potere...

Ciao

Paolo

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