Quali tagli

Buongiorno,

col passare dei giorni cresce il mio sconcerto per quanto questo governo fa o dichiara.

Più o meno in contemporanea con le dichiarazioni del Viminale di cui ho già scritto, sono giunte alcune molto preoccupanti indicazioni di come verranno realizzati alcuni pezzi della spending review.

In particolare trovo particolarmente preoccupante, in uno Stato in cui l'amministrazione della giustizia è così farraginosa come l'Italia, la prospettiva che vengano tagliati 674 giudici di pace, la cui funzione era quella di sottrarre al normale (ed ingolfatissimo) corso della giustizia civile una gran quantità di casi di portata limitata.

Probabilmente non ho le idee chiare su come funzioni la giustizia italiana, ma, per logica, questo taglio comporterà un ulteriore allungamento dei tempi della giustizia civile, uno dei principali motivi per cui gli investitori esteri non evitano l'Italia.

Secondo me non è così che si favorisce la crescita: sarei molto lieto se qualcuno mi spiegasse perché in realtà dovrebbe accadere il contrario.

In secondo luogo trovo incomprensibile il fatto che, pur mantenendo l'indicazione su un rilevante taglio dei posti letto in Sanità (indicatore peraltro sempre meno significativo), si rinuncia ad una linea di indirizzo più che ragionevole (quella della chiusura dei piccoli ospedali, la cui esistenza si giustifica -a fronte di elevati costi e prestazioni sovente di dubbia qualità-, solo in situazioni ambientali estremamente particolari). 

Come dire che si abbandona la logica di concentrare i tagli sulle realtà più costose e meno adeguate.

Ancora una volta mi ritrovo a ribadire che, se la scelta è di tagliare per tagliare, senza una analii di cosa si taglia e dell'impatto che il taglio ha, la prospettiva è quella di una deriva non solo economica, ma ache sociale, d tipo argentino. Perchè se non ci si focalizza principalmente sugli sprechi e sulle clientele, questi sopravviveranno ed avranno un peso specifico superiore all'interno della spesa della P.A. Insomma, è la strada per tagliare i servizi, ma non gli sprechi. Una politica che non approverebbe nemmeno la destra americana più estrema dei Tea Party.

Ciao

Paolo

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