Non prendeteci per il culo, grazie

Buongiorno,

ricordo che tempo fa Beppe Grillo, in uno dei suoi spettacoli / sermoni, si scagliò contro quelli che usano il linguaggio per fregare le persone, mascherando dietro termini piacevoli, positivi e rassicuranti realtà di tutt'altro tenore.

Credo di ricordare che avesse fatto l'esempio mutuato dall'ambito imprenditoriale / finanziario dell'"aumento di capitale" locuzione accattivante per dire che una impresa ha bisogno di soldi, cosa che però, detta così, in modo pane e salame, semplice chiaro e diretto, è molto meno cool.

Il mio atteggiamento è istintivamente positivo all'idea di partecipare ad un "aumento di capitale", cosa c'è di meglio di far parte di una azienda che aumenta la propria capitalizzazione, non trovate? Invece, se uno mi chiede semplicemente dei soldi, sempre a pelle, ho qualche sana resistenza e perplessità in più, e mi sorgono spontanee alcune giuste domande.


Perchè ti servono? Cosa ci farai? Com'è che se sei così finanziariamente a posto, così fico, hai bisogno dei sudati euri di uno sfigato come me?

Insomma, dietro questi artifici dialettici si nasconde molto spesso un principio di truffa: il tentativo di rendere meno chiaro, imbellettandolo, quello che una controparte non accetterebbe di buon grado.

Perchè questa premessa?

Perchè, dopo anni di inutili guerre sante sull'art. 18, constato che c'è chi oggi prova a ricorrere a questi trucchetti. E invece di parlare comprensibilmente di giusta causa o di libertà di licenziamento, termini che tutti, in positivo o in negativo, comprendono immediatamente (magari dando per scontate cose non ovvie, e forse non vere, come il fatto che licenziare aumenti le assunzioni -detto così, semplice semplice, qualche perplessità la solleva, vero?-), provano ad aggirare il problema parlando di "flessibilità in uscita".

Temo che chi lo sta facendo abbia bisogno di un fighetto migliore e più "ggiovane", più gellato e dall'occhialetto più colorato a curare le comunicazioni istituzionali, perchè, purtroppo, il termine flessibilità, nel mondo del lavoro italiano, aveva forse una accezione positiva alcuni lustri fa, quando non era ancora a tutti chiaro che significava precariato, ma ormai è comunemente interpretata in chiave negativa proprio in virtù dell'equivalenza appena citata e purtroppo ampiamente riscontrabile nei fatti.

Tirapugni Coccolatore estremo
Così la truffa non riesce, credetemi. Provate a chiamarla, che so, "addolcimento dell'uscita" oppure "exit sweetening" se vi sentite trasgressivi e volete dargli un impronta moderna ed europea (ma forse è un po' troppo esterofilo e magari un po' troppo incomprensibile per i più ortodossi e rigidi dialettofoni nostrani).

Comunque sia, resta il fatto che, in qualsiasi modo li chiamiate, sempre licenziamenti sono.

Ciao

Paolo

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