Titanic a Venezia

Le dimensioni contano
Buongiorno,

il disastro dell'Isola del Giglio, nato apparentemente in un contesto di false sicurezze e di comportamenti leggeri e sciatti, portati ad assecondare il capriccio e l'avidità dei singoli più che le esigenze della sicurezza, può essere utile per portare all'attenzione generale una situazione sinora passata sostanzialmente sotto silenzio, dove l'impatto delle grandi navi da crociera è, pur in assenza di incidenti e disastri conclamati, devastante.

Sto parlando della situazione di Venezia, dove annualmente arrivano 2000 navi, 6 al giorno, che da sole trasportano nel centro storico l'equivalente di circa metà dei suoi residenti, all'interno di strutture galleggianti imponenti, le cui dimensioni sono ancora più rilevanti se confrontate con quelle di una città in cui solo alcuni (pochi) campanili hanno una altezza confrontabile con quella dei mastodonti del mare.

Pensate che assurdo: un privato a Venezia trova praticamente impossibile edificare (e spesso anche solo ristrutturare) uno stabile di tre piani per gli ovvi e giusti vincoli paesaggistici e artistici, mentre in laguna si aggirano quotidianamente 6 "quartieri galleggianti" che di tali regole se ne sbattono.

E non sono solo questi i problemi, nè quelli legati ad una sicurezza che sembra essere sufficientemente garantita dal massiccio ricorso ai rimorchiatori ed ai manovratori della capitaneria di porto che conoscono i canali di Venezia a menadito (ma siamo sicuri che in caso di guasto ai sistemi di manovra di un bestioni simili il migliore dei capitani e 2 o rimorchiatori possano ovviare?).

Mentre in terraferma si monitora l'inquinamento atmosferico, si applicano desolforatori alle centrali termoelettriche, si introducono le domeniche senza auto, a quattro Km di distanza tutta la potenza necessaria a generare l'energia per far funzionare e trasportare questi quartieri galleggianti è fornita dai motori delle navi, che sono normalmente alimentati da carburanti di qualità scadente e molto inquinante.

Se non ricordo male una stima sull'inquinamento generato da una di queste navi lo indicava in circa quello generato da 10.000 - 15.000 autovetture. Quindi 6 navi da crociera "valgono" a pollici e spannazze l'inquinamento di 75.000 autovetture.

Vi ricordate quando, prima dell'apertura del Passante, la Tangenziale di Mestre era un riferimento costante nelle segnalazioni di intasamento dell'Onda Verde? Bene, già allora la Tangenziale era un problema secondario rispetto alle emissioni del porto, figuratevi adesso...

Mentre buona parte dei principali monumenti della città vengono periodicamente coperti da orribili pubblicità per racimolare un po' di soldi per i loro resturi, queste imbarcazioni, con il loro impatto sul moto ondoso, risultano probabilmente essere una delle pricipali cause per le quali quei restauri si rendono necessari.

Insomma, non mi resta che sperare che il disastro possa servire almeno a far rinsavire, molto tardivamente, un po' di politici che sembrano accorgersi solo ora di quello che da tempo gli veniva inutilmente segnalato da molti veneziani e non su un comportamento che a mio modo di vedere è dissennato.

Ciao

Paolo

2 commenti:

Michele R. ha detto...

E non sono solo questi i problemi, nè quelli legati ad una sicurezza che sembra essere sufficientemente garantita dal massiccio ricorso ai rimorchiatori ed ai manovratori della capitaneria di porto che conoscono i canali di Venezia a menadito

Anche il comandante della costa pacifica pare che fosse al timone della nave al momento dell'impatto contro uno scoglio, come già prima, a Marsilia, fece delle manovre azzardate. Troppa sicurezza e prudenza non sono mai andati d'accordo.

Comunque oggi a "nove e mezzo" il presidente del registro navale minimizzava (verso la fine del file) l'effetto dell'impatto delle navi su Venezia da te ricordato, ed enfatizzava l'aspetto economico e sul perché viene consentito il passaggio in città di questi villaggi galleggianti.

PaoloVE ha detto...

@ MR:

lo so però è già successo ad una piccola nave da crociera (la Mona Lisa) di incagliarsi nel bacino di S. Marco nel 2004. Durante le operazioni di disincagliamento la massa d'acqua messa in movimento dalla nave e dai rimorchiatori investì due vaporetti che vennero sbattuti uno contro l'altro, per fortuna senza serie conseguenze per i passeggeri.

Insomma può succedere.
Ciao

Paolo