Piovono dubbi

Buongiorno,

chi legga questo blog legge prevalentemente post critici nei confronti di qualche iniziativa, perchè i tempi ristretti con i quali mi dedico ad ACUP limitano moltissimo la possibilità di un ruolo più costruttivo (trad: criticare è molto più facile che fare). I miei bersagli preferiti sono Governo, Partiti (alcuni più di altri) e sindacati / associazioni categoriali.

Raramente le mie critiche riguardano la gente in generale, che tendenzialmente in Italia considero migliore dei propri attuali rappresentanti. 

Oggi invece farò una eccezione, perchè mi è capitato di leggere cosa sta capitando alla Lascor di Sesto Calende, dove i dipendenti, spiazzando il sindacato, hanno respinto con un referendum interno l'accordo tra l'azienda ed i sindacati che prevedeva di far fronte ad un incremento delle commesse passando ad un modello di produzione a ciclo continuo a quattro giorni lavorativi / due giorni  di riposo (ovviamente solo per i reparti interessati dalla produzione) garantendo in cambio:
  • aumento di 300 / 400 €
  • assunzione di 60 precari
  • 11 milioni di € di investimenti
Confesso che ho letto e riletto l'articolo e che, pur non avendo mai lavorato con quel modello organizzativo, mi pare che la scelta fatta sia stata estremamente miope, egoista e sbagliata. Mi chiedo dove, di questi tempi, si trovi un imprenditore disposto ad investire, ad accordare adeguamenti economici, a ridurre la precarietà dei suoi dipendenti e ad ingrandire la propria azienda garantendole migliori prospettive future. Mi chiedo anche con quale faccia chi ha bocciato un tale accordo (ricordo già consolidato da azienda e sindacato), abbia il coraggio di guardare in faccia i colleghi che non saranno stabilizzati.

Resterei convinto che ci sia qualcosa della situazione che non è emerso, se non fosse che anche nei commenti trovo molte posizioni di un per me incomprensibile appoggio a chi ha rifiutato l'accordo e che non mi è dato di leggere nulla, delle motivazioni del NO che non sia una presunta insufficienza della controparte economica.

Tutto appare come se, per una volta, la grettezza non sia stata da parte nè dell'imprenditore nè del sindacato.
Ciao

Paolo

2 commenti:

Michele R. ha detto...

Venerdi quando ho saputo della vicenda non ci volevo credere. Come darsi una martellata sulle pa**e!
E' quindi da riconsiderare il luogo comune che vuole i rappresentati migliori dei loro rappresentanti.

Pale ha detto...

Anche io sono rimasto sconvolto. Bisogna stare attenti a non generalizzare, ma mi conferma ancora una volta
1) La dubbia utilita' dei sindacati per il lavoratore.
2) L'idea tutta "latina" che il lavoro vuol dire fatica e vuol dire tempo rubato alla propria vita... e che come tale vada limitato e contrastato con tutti gli strumenti.

Scusate la superficialita', ma non mi sembra ci siano scuse in questo caso.