Il libero mercato ferroviario

Tommaso strikes back!

Buongiorno, 
una settimana fa c'è stato il secondo sciopero dei treni in un mese. 

Sui quotidiani parlavano del 90% dei treni garantiti. 

Sul sito, come sempre le informazioni erano vaghe e al numero verde c'era un messaggio registrato che diceva -udite udite- di andare in stazione a vedere! 

No, il sole si alza dopo...
Alla fine il treno è stato soppresso e la mia ragazza ha dovuto prenderlo alle 5 di mattina del giorno dopo, con levataccia per entrambi, unita alla perdita di tempo del giorno prima.

Non ho voglia di addentrarmi sul potere ricattatorio delle categorie il cui sciopero comporta molti più danni all'utente di quanti ne porti all'azienda e trovo vergognoso che nel 2011 Trenitalia non usi il suo sito per informare l'utente già colpito dal disagio. 

Tuttavia, osservando le scelte di Trenitalia negli anni e ascoltando alcuni suoi rappresentanti, mi rendo conto che tutto ha una sua logica. 

- Quando un treno rimase bloccato nel gelo un anno o due fa, Moretti fu intervistato dal Lord dei Reazionari e -sostenuto dal gongolare dell'interlocutore- si espresse stigmatizzando il fatto che i passeggeri non si fossero portate le coperte da casa. 

In stazione, d'inverno.
- Nelle lettere a Repubblica un cittadino protestava contro la riduzione delle fermate su una tratta. Prontamente rispondeva un rappresentante di Trenitalia, non vergognandosi scriveva: "È il mercato che decide dove si fermano i treni". 

- Allo stesso tempo ogni settimana scopriamo quali mirabolanti futility per fighetti con l'auricolare bluetooth hanno aggiunto nei treni frecciarossa, mentre i treni per i pendolari viaggiano senza riscaldamento e con carrozze ridotte. 

Questo è quello che succede a privatizzare senza regole quello che è un servizio essenziale. Mi pare lapalissiano che se usi il treno come alternativa all'aereo, disposto quindi a pagarlo poco meno, tutto funziona, se cerchi di usarlo come alternativa all'auto, ti meriti il carro bestiame. 

Saluti 

Tommaso

Riprendo la linea per una considerazione mia. 

In maniera non scritta un tempo il servizio ferroviario era considerato un servizio essenziale, ora non più. il risultato è quello che evidenzia Tommaso: vi sono linee che è antieconomico mantenere in servizio e che vengono progressivamente tagliate. 

Mi pare che in molte zone questo taglio sia stato un tassello che ha contribuito allo spopolamento. 

In molte valli alpine trovate linee ferroviarie abbandonate, insieme a scuole chiuse, uffici postali chiusi, ... ed alla fine si arriva al paese fantasma. A chi pensa che possa non essere un gran problema chiedo se è proprio sicuro che l'ultima alluvione non abbia avuto nulla a che vedere con il fatto che in montagna a tenere in ordine le valli non ci sia più nessuno, perchè è diventato troppo difficile viverci.

Ciao

Paolo.
Forse addirittura meglio dell'originale

2 commenti:

x ha detto...

tranquilli.
adesso con Corradino Passera allo Sviluppo Economico e Infrastrutture, con quel briciolo di interesse nell'avventura NTV dei compagni di merende Bellicapelli & Scarparo .....

A parte le battute, l'amara constatazione di PaoloVE mi trova purtroppo d'accordo.

PaoloVE ha detto...

E la cosa che smentisce chi voglia vedere il libero mercato come la soluzione di tutti i problemi è proprio come i "rami secchi" delle ferrovie italiane, tratte sottoutilizzate su cui nessuno avrebbe problemi a proporre un servizio, trovando binari e stazioni disponibili, restano desolatamente privi di offerte di privati.

Non sono remunerative ma servono.

Ciao

Paolo