L'equivoco del governo stabile: dalle stelle allo stallo

Buongiorno,

oggi doppio post, qui il mio, qui quello di Tommaso, che ringrazio.

Alcide De Gasperi, 8 volte PdC
l'esperienza politica italiana della cosiddetta prima repubblica aveva portato alla condizione paradossale di uno Stato che, nell'arco di meno di cinquant'anni di vita democratica, aveva avuto una cinquantina di governi e dodici legislature. La vita media di un governo era inferiore all'anno, quella di una legislatura di poco inferiore ai quattro anni. Si rincorrevano termini come governo di transizione, governo balneare, governo elettorale, staffetta per definire governi che nascevano con una data di scadenza, normalmente molto ravvicinata. Per fare un nobile esempio, l'ultimo governo De Gasperi durò un mese (ma era il settimo consecutivo a lui affidato).

Ragion per cui nella cosiddetta seconda repubblica le leggi elettorali vennero concepite per garantire governi e legislature di maggiore durata. Le riforme ebbero almeno parzialmente successo: la vita media di un governo è sostanzialmente raddoppiata, anche se le legislature continuano ad avere vita relativamente breve.

Silvio Berlusconi, 4 volte PdC
Il problema è che, a fronte di governi più stabili, non si è vista una azione di governo più incisiva e quindi l'architettura elettorale si è dimostrata incapace di rimediare ai guasti dell'incapacità ed alla mancanza di cultura politica dei rappresentanti eletti, anzi, ha finito per essere strumento funzionale ai loro privilegi.

L'Italia aveva bisogno di una azione di governo più stabile, forte, definita e duratura nel tempo, le riforme le hanno dato delle compagini governative più durature nel tempo, ma ancora meno forti e incisive nel loro operare, cioè l'opposto di quanto serviva.

Ed è questo equivoco che genera e giustifica le dichiarazioni del Premier relative al declassamento del rating da parte di Standards & Poor giunto a seguito, oltre che dell'eccessivo indebitamento e dell'assenza di prospettive di crescita economica, della debolezza del governo italiano. 


Per Silvio può anche andar bene che l'Italia resti nella posizione di stallo di cui parlavamo ieri sino a fine legislatura: dal suo punto di vista la maggioranza è solida ed il governo stabile. Le facce non cambiano, la sua poltrona non vacilla, anzi, dai "vassalli" (passatemi il termine, credo renda bene) arrivano omaggi ed attestazioni di fedeltà sino alla morte.

Purtroppo per l'Italia ed i mercati il Paese è immobile e l'azione di governo inesistente, e questo mix porta alla distruzione di un paese solido ed immobile come una roccia, ma altrettanto privo di vita.

Pierferdinando Casini, progressista retrogrado
Paradossalmente, ed è la cosa più grave perchè da sempre reitera ciclicamente il meccanismo, questo immobilismo piace anche agli italiani, che hanno votato alleanze alternative al conservatorismo di destra o al più centro destra, solo quando queste dessero adeguate garanzie di mantenere nella pratica una continuità politica nella stessa direzione. Con il risultato che l'opposizione una volta progressista ha ormai metabolizzato l'idea che, per governare, deve essere conservatrice ed un po' retriva e bigotta. Per cui insiste nel voler reclutare personaggi come Casini, Mastella, la Binetti,..., insomma i progressisti all'italiana.

Ciao

Paolo


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