L'Impero del Sol Tremante

Buongiorno,

mentre scrivo si stanno lentamente definendo i contorni della catastrofe che venerdì ha colpito il Giappone: la potenza del terremoto è stata impressionante, ciononostante i suoi effetti diretti sono stati piuttosto contenuti, grazie alla tecnica edilizia ed alla organizzazione dello Stato del Sol Levante. Molte testimonianze segnalano come, di fronte ad uno dei terremoti in assoluto più potenti tra quelli verificatisi in epoca storica, i giapponesi hanno reagito quasi senza panico, con autocontrollo e disciplina, spesso uscendo in strada con caschetto di protezione e kit per l'emergenza, confermando il fatto di essere un popolo abituato a convivere con i fenomeni sismici.
 
Purtroppo poco è ancora possibile fare per arginare la furia dei maremoti , ed in effetti lo tsunami seguito al terremoto pare essere il responsabile della maggior parte dei morti, che ormai si contano a migliaia, e dei danni.

Nell'arco del fine settimana però l'attenzione è stata prevalentemente concentrata su una delle conseguenze del terremoto: cinque degli oltre cinquanta reattori nucleari installati in Giappone (tre a Fukushima, uno a Tokai ed uno a Onagawa), in conseguenza delle scosse sono andati in avaria e fuori controllo, sino al verificarsi di esplosioni, fughe radioattive più o meno controllate, tentetivi di raffreddamento dei reattori con acqua di mare, melt down parziali del nucleo e precipitosa evacuazione di centinaia di mglaia di persone. 

Devo ammettere che il test cui gli impianti giapponesi sono stati sottoposti è stato brutale ed estremo, i risultati purtroppo per ora non sono ancora ascivibili al positivo, anzi, benchè almeno alcuni  di questi impianti siano secondo quanto affermava un fisico nucleare intervistato su R24 impianti BWR di seconda/terza generazione, contrariamente a quanto affermato invece dal nostro ministro dell'ambiente (che ne retrocede la generazione a prima e la realizzazione agli anni '50, mentre per Fukushima Daichii gli impianti dovrebbero datare al 1971 per l'unità 1, 1974 per l'unità 2 1974 per l'unità 3).

Non siamo Giapponesi
Da italiani, in vista di una ripresa del programma nucleare nazionale, credo valga la pena di approfittare per chiederci cosa potrebbe succedere da noi, in caso un terremoto coinvolgesse le centrali che verranno costruite. Da un lato i geologi ritengono che in Italia non siano prevedibili terremoti della portata di quello verificatosi in Giappone, dall'altro le condizioni al contorno sono molto meno rassicuranti: l'edilizia, le infrastrutture, le tecniche costruttive e la preparazione degli italiani non sono certo quelle giapponesi: chi di voi ha pronto un kit per le emergenze? quanti sono sicuri di vivere in una abitazione che risponde a criteri antisismici? quanti sanno quale sia il rischio sismico del comune di residenza? La strada che vi porta al lavoro resisterebbe ad un terremoto del V grado Richter? Bene, se foste un tecnico della costruenda centrale nucleare, sulla scorta di queste consapevolezze, quali garanzie potreste dare di essere in grado di raggiungere il posto di lavoro per tamponare una grave emergenza se si verificasse un terremoto?

Giusto per aggiungere una nota polemica: tempo fa vi era chi giurava che le centrali nucleari erano diventate assolutamente sicure, assicurava che chi metteva in dubbio la sicurezza e l'economicità delle centrali era un ottuso retrogrado oscurantista o peggio, spergiurava che le centrali di terza generazione non avrebbero mai permesso una nuova Chernobyl, mandava in TV pubblicità piene di messaggi impliciti e subliminali a favore di una ripresa condivisa del programma nucleare. Oggi, con un numero imprecisato di centrali che potrebbero essere ad un passo dalla fusione del nucleo e segnalano l'esistenza e la dimensione del problema, oggi dicevo, con immutata sicumera  costoro non trovano di meglio che dare dello sciacallo a chi segnala che la realtà sembra essere diversa (come ha fatto l'inossidabile Chicco Testa), dargli dell'avvoltoio utilizzando dati quanto meno dubbi (come ha fatto la già citata ministro dell'Ambiente Prestigiacomo) e confermare la scelta di installare delle nuove centrali in Italia perchè "non si può cambiare idea ogni minuto" (come ha fatto Cicchitto, dall'alto delle sue granitiche ed inscalfibili certezze).

Penso che posizioni così ottuse facciano il paio con un certo ambientalismo immobilista che spesso hanno coperto di sarcasmo: cerchiamo di tenere entrambe le posizioni fuori dal dibattito nel prossimo futuro: non potrebbero che danneggiarlo...

Ciao

Paolo

Oggi due CMM: il primo ha un sapore diverso da quando è stato trasmesso la prima volta:


il secondo è un CMM Monstre: 86 minuti di The atomic cafè

28 commenti:

F®Ømß°£ ha detto...

Buondì,

il ritorno al nucleare da parte del nostro Paese è un tema che vede dei pro e dei contro dal punto di vista meramente tecnico. Prima di esprimere opinioni conviene documentarsi molto, cosa che personalmente non ho fatto, per cui non mi esprimo in questo senso.

Credo che l'obiezione più grande, che a mio parere costituisce una pregiudiziale assoluta, al programma nucleare sia di tipo politico.

Vogliamo davvero credere che le corrotte imprese italiane, guidate dal corrotto sistema politico-imprenditoriale italiano rispetteranno i criteri di sicurezza? Io non ci credo nel modo più assoluto.

Credo che ogni discussione su questo tema possa fermarsi qui: mafia, corruzione, assenza di controlli, uniti anche ai costi esorbitanti che la sicurezza porta con se sono ostacoli da rimuovere prima delle discussioni di ordine tecnico, strategico o ecologico.

Saluti

T.

PS: Se la centrale di Fukushima fosse stata costruita da una Impregilo qualsiasi, con decine di clientes che ci abbiano mangiato sopra, sarebbe resistita a un terremoto di metà dei gradi Richter?

MS ha detto...

Ottimo il post di Paolo, e sono completamente in linea con Tommaso.
Ovviamente, per questioni pratiche, non possiamo avere tale atteggiamento disfattista[1].

Saluti,
Mariano

ps: nego la mia posizione... sono in fase di studio di fattibilita' per lasciare l'Italia e trasferirmi in Canada

Michele R. ha detto...

Buonasera,

per la serie "...e confermare la scelta di installare delle nuove centrali in Italia perchè "non si può cambiare idea ogni minuto..." c' è anche Oscar Giannino, futuro? direttore del sole24ore, così era dato qualche settimana fa.

So che chi scrive qui di solito è contrario al concetto che anima molti ambientalisti "non nel mio giardino". Anch'io non sono favorevole al ritorno del nucleare in Italia, lo spiega così bene Mario Tozzi. Oltre alle ragioni del Geologo aggiungo la cosa per me più importante:

Gli impianti nucleare saranno anche sicuri ma la garanzia al 100% non esiste, e le vicende giapponesi lo dimostrano bene. Io non trovo giusto, sia per quanto riguarda le scorie nucleari di cui non sappiamo ancora come stoccarle con sicurezza per le centinaia di anni necessarie per ridurne la pericolosità, sia nel caso di incidente nucleare che se improbabile può comunque avvenire, caricare del fardello dell'inquinamento radioattivo con tutto quello che comporta, le generazioni successive di cui noi siamo i responsabili a causa del nostro egoismo dovuto alla fame energetica.

Michele R. ha detto...

Caio Tommaso,

nel tuo PS è riassunto molto bene il concetto che avevo espresso io:

"Se ciò che è successo ai Giapponesi, bravissimi con tutta la loro tecnologia, serietà e all'avanguardia nella costruzione a prova di terremoto, figuriamoci se lo stesso evento, con una centrale nucleare attiva, si fosse verificato da noi cosa sarebbe successo: si sarebbe letteralmente sbriciolato il muro di cemento armato che protegge il nocciolo, con tutte le conseguenze del caso."

x ha detto...

Condivido le riflessioni di SERGIO RIZZO oggi sul CDS:

"Il referendum antinucleare del 1987 passò con una maggioranza schiacciante per l'impressione suscitata da Chernobyl. Nessun partito, eccetto il repubblicano, osò sfidare l'impopolarità.

Promisero che mettendo al bando l'atomo avremmo imboccato la via dell'energia pulita: siamo invece diventati il Paese europeo più inquinante, più dipendente dagli sceicchi e con le bollette più care. Finché, dopo aver riempito le tasche dei petrolieri, ci si è accorti che la Germania produceva 70 volte più energia solare dell'Italia, rimasta penosamente al palo nel campo delle rinnovabili. E per recuperare terreno abbiamo concesso incentivi fin troppo generosi a chi le produceva. Salvo poi chiudere i rubinetti dalla sera alla mattina.

Come stupirsi se da vent'anni aspettiamo inutilmente un piano energetico nazionale che dica come alimenteremo fabbriche, treni e frigoriferi nel futuro? Siamo il Paese dei controsensi, del tutto e del niente. Dove ogni decisione importante non viene presa in base a disegni strategici. Bensì sull'onda di un'emozione, di polemiche o interessi particolari. Anche se si tratta di scelte destinate a cambiare la vita dei nostri figli e nipoti."

http://www.corriere.it/editoriali/11_marzo_14/rizzo-nucleare-giappone-italia_b1a2feca-4e02-11e0-992a-dbfddd704513.shtml

Michele R. ha detto...

La piattaforma blogger ogni tanto si perde qualche messaggio, avevo inserito un commento che è scomparso.
Vi segnalo questo articolo dal sito web di una delle mie riviste preferite.

Michele R. ha detto...

Sono riuscito a recuperare il mio precedente messaggio delle 17:20 dalla cronologia di firefox!

Buonasera,

per la serie "...e confermare la scelta di installare delle nuove centrali in Italia perché "non si può cambiare idea ogni minuto..." c'è anche Oscar Giannino, futuro? direttore del sole24ore, così sembrava un po di tempo fa.

So che chi scrive qui di solito è contrario al concetto che anima molti ambientalisti "non nel mio giardino", anch'io non sono favorevole al ritorno del nucleare in Italia, e lo spiega bene Mario Tozzi.

Oltre alle ragioni del Geologo ci aggiungo la cosa secondo me più importante, gli impianti nucleare saranno anche sicuri ma la sicurezza al 100% non esiste, e le vicende giapponesi lo dimostrano. Io non trovo giusto, sia per quanto riguarda le scorie nucleari di cui non sappiamo ancora come stoccarle con sicurezza per le centinaia di anni necessarie per ridurne la pericolosità, sia nel caso di incidente nucleare che se improbabile può comunque avvenire, caricare del fardello dell'inquinamento radioattivo con tutto quello che comporta, le generazioni successive di cui noi siamo i responsabili, e al nostro egoismo dovuto alla fame energetica.

Michele R. ha detto...

@Tommaso

trovando le tue parole più efficaci delle mie mi sono permesso di segnalare il tuo commento sul blog di Santalmassi.

http://santalmassiaschienadritta.blogspot.com/2011/03/ricevo-da-n-f-d-e-volentieri-pubblico.html

F®Ømß°£ ha detto...

@MR

è un onore venire addirittura citato :-D

Ciao

T

giuly ha detto...

andatevi a vedere per curiosità chi sono i soci finanziatori del Forum Nucleare...
PS: vi siete mai chiesti come mai il film "The day after", che tanto scalpore aveva suscitato all'uscita nelle sale, non è stato praticamente mai replicato in tv?
Saluti
Giuly

Clem ha detto...

Premesso che ormai è tardi e antieconomico usare energia nucleare in Italia (bisognava pensarci prima, ormai zitti e pagate le bollette), per citare un mio amico:
dire che il terremoto del secolo è il motivo per non fare centrali è come dire che ogni incidente stradale è motivo per non fare semafori.

Pale ha detto...

Sono d'accordissimo con Clem ed il suo amico. Sinceramente non ho un'opinione precisa rispetto al nucleare. Vedo i pro ed i contro di entrambe le fazioni e non avendo una preparazione tecnica ed economica sufficiente sul tema, preferisco non sventolare bandiere.

Detto questo vorrei che mi si rispondesse a queste due domande:

1) Da dove verrebbero i soldi per la costruzione di tutta l'infrastruttura necessaria per la generazione di centrali nucleari? I soldi dovranno essere tolti da qualche altro capitolo di spesa, e questo dovrebbe essere chiaramente detto.

2) Se la ratio dietro la volonta' di costruire centrali nucleari e' la necessita' prioritaria di produrre energia, come mai si sono tolti i finanziamenti alle energie 'pulite' (uno dei pochi indotti italiani che ha resistito alla crisi) nel decreto milleproroghe? Non vedo molta coerenza...

Pale

PaoloVE ha detto...

@ Clem:

"dire che il terremoto del secolo è il motivo per non fare centrali è come dire che ogni incidente stradale è motivo per non fare semafori" messa così hai ragione. Il fatto è che era stato detto che non sarebbe bastato nemmeno il terremoto dell'era geologica per creare problemi (c'era chi diceva che il livello di sicurezza raggiunto sarebbe tale che una centrale attivata al tempo dei dinosauri sarebbe dovuta arrivare a noi in sicurezza...), per cui, alla tedesca, si rifacciano le valutazioni in maniera corretta...

@ Pale:

Purtroppo le rinnovabil, per ora, non sono ancora sufficientemente modulabili sui consumi: al polo, per sei mesi il fotovoltaico non produce, ma l'elettricità ti serve...

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@Paolo

è vero che non sono modulabili le rinnovabili, ma potrebbe essere aggirabile il problema: L'idrogeno che causa le esplosioni a Fukushima è la chiave del problema, occorrerebbe utilizzare l'eccesso di produzione di energia per scindere l'acqua in idrogeno e ossigeno, accumulando il primo in appositi serbatoi. Passare da una produzione centralizzata con poche grandi centrali sparse sul territorio, a una produzione decentralizzata fatta di tetti fotovoltaici, turbine eoliche, turbine mareomotrici, idroelettrico, mulini che sfruttino la corrente dei corsi d'acqua. Tutto in attesa se è possibile produrre energia dalla fusione nucleare a caldo o se la fusione nucleare fredda non è una bufala.

Consiglio, sulla materia, la lettura del libro di Rifkin "Economia all'idrogeno".

L'idrogeno può essere direttamente impiegato nelle fuel cell, interessante la realizzazione della Bloomberg New Energy Finance, con la trasformazione diretta in elettricità ed acqua.

Basta solo impegnarsi e volerlo. Solo che la produzione decentralizzata implica che aziende come EDF, ENEL... spariscono. Niente più arricchimenti con gli idrocarburi e le bollette.
Potere ai cittadini!

Clem ha detto...

Paolo: non so chi l'abbia detto, ma è un po' un pistola, se mi permetti. È chiaramente inverosimile. ll punto è che ci sono argomenti di ogni genere per rifiutare il nucleare in Italia e nel mondo oggi (io stesso ho cambiato idea dai tempi dell'uni), ma usare il terremoto del secolo è controproducente IMHO.
Michele: l'idrogeno, per riassumere quanto dici, è un vettore di energia. Ad oggi mancano le infrastrutture e le tecniche sufficientemente efficienti per produrne, non è solo una questione di volontà politica. Anche se soldi per la ricerca aiuterebbero.

PaoloVE ha detto...

@ Clem:

era l'esempio usato per spiegare quale fosse il livello di sicurezza che si assicurava con le centrali: i pistola erano quelli che valutavano il rischio.

Il punto per me non è oppormi al nucleare, ma vedere se è o meno gestibile e conveniente, perchè con queste valutazioni fatte a pene di segugio non mi sento molto tranquillo...

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@Clem,

lo so bene che è un vettore di energia. Ma se lo bruci in una caldaia ottieni energia termica o se lo fai in una turbogas ottieni energia meccanica. Ripeto, mi sono letto il libro di Rifkin, ed è lui che fa la proposta di decentralizzare la produzione di energia. L'ho trovato interessante.

PaoloVE ha detto...

@ MR:

ti confesso che, per quanto è instabile, non so se temere di più un nucleare giudicato sicuro da Cicchitto o una città disseminata da serbatoi di idrogeno...

Ciao

Paolo

Michele R. ha detto...

@Pale

Ottime domande le tue. Da porre ad altri, io non so che dire a parte che la politica fa l'interesse di pochi e mai della gente.

A proposito del finanziamento e in particolorare per quel che riguarda i pannelli solari, l'incentivo puo essere da una parte una buona cosa. Il problema, dal mio punto di vista, è che dopo 15-20 anni i pannelli non hanno più un rendimento soddisfacente, magari se riuscissero a durare fino a 30-35 anni si ammortizzerebbero meglio, visto gli alti costi di acquisto dei pannelli. Senza quegli incentivi, che sono un costo che ricade sulla collettività, non ci sarebbe stata la corsa all'acquisto. In definitiva è "un cane si morde la coda".

PaoloVE ha detto...

@ MR:

è una questione di maturità della tecnologia.

Guarda i prodotti di questa ditta:

http://www.fototherm.com

integrano fotovoltaico e termico (un solo impianto da installare) aumenta il rendimento della parte fotovoltaica eliminandone il surriscaldamento e ne allunga la vita utile...

Ciao

Paolo

Sandro59 ha detto...

[dire che il terremoto del secolo è il motivo per non fare centrali è come dire che ogni incidente stradale è motivo per non fare semafori.]

Mi sto preoccupando. Sarà l'età che avanza o il fatto di non aver dormito abbastanza, ma...
Come è che mi sfugge il senso dell'analogia centrale-semaforo?
L'avrei capita se fosse stata centrale-automobili, per stare all'esempio.
In ogni caso no, non (mi) serviva il tragico accadimento giapponese per essere fermamente contrario alla tardiva scelta nucleare italiana.
Quanti spaziopor..., scusate, quante centrali intenderebbero costruire?:

http://www.youtube.com/watch?v=0ph-S6DZ-ps

Clem ha detto...

Paolo: "pene di segugio" mi ha fatto ridere.
Michele: intendevo dire quanto Paolo dice per il fotovoltaico, cioè che ci dobbiamo lavorare ancora :)
Paolo di nuovo: sai, nel caso di un incidente che rompa il serbatoio la benzina cola e si spande per benino; l'idrogeno invece sale in atmosfera molto rapidamente. Il rischio di incendio c'è in entrambi i casi ma al limite l'idrogeno pone meno rischi.
E poi già ora le città sono disseminate di serbatoi di materiale infiammabile, no?

PaoloVE ha detto...

@ Clem:

il problema dell'idrogeno, se non ricordo male, è che ha una certa tendenza ad esplodere, più che a bruciare: il single più distruttivo dopo nitro e glicerina...

Ciao

Paolo

Clem ha detto...

Paolo: anche i vapori di benzina, mescolati in proporzione appropriata con aria, esplodono. L'idrogeno è molto potente sì, più potente dei vapori di benzina, e basta meno per innescarlo, anche se non ricordo più nulla a riguardo.
Il punto è che se c'è un incidente e la rottura del serbatoio, la benzina cola, resta in zona, ed evapora lentamente, nel caso dell'idrogeno la pressione spingerebbe rapidamente fuori il gas che salirebbe in atmosfera. Quindi, nello scenario:
- incidente con fiamma libera e ignizione dei vapori immediata: gli occupanti bruciano in entrambi i casi.
Nello scenario in cui passa del tempo invece, il rischio e ridotto per l'idrogeno dalla semplice salita in atmosfera.
In galleria, invece, sono uccelli per diabetici (il tuo "pene di segugio" mi ha messo dell'umore giusto per le iperboli), nel senso che immagino l'idrogeno si ammassi sul soffitto. Ventilazione a palla.
Se invece parli di esplosione semplicemente dovuta alla pressione, è lo stesso problema che hanno le altre macchine a gas in circolazione... dico questo perché o ti tranquillizzo o ti faccio realizzare che devi essere paranoico e ti rovino l'esistenza. Spero la prima!!
Chiudendo con l'OT ho trovato questo: http://www.evworld.com/article.cfm?storyid=482 all'università di Miami hanno trovato il modo di dare fuoco alle automobili per motivi scientifici. Voglio andarci a lavorare tipo subito.

PaoloVE ha detto...

@ clem:

non è un problema di pressione.

Da Wikipedia, idrogeno:
"L'idrogeno gassoso è altamente infiammabile e brucia in aria a concentrazioni dal 4 al 75% (parti di idrogeno su 100 parti d'aria) e in atmosfera di cloro dal 5 al 95%.

Le miscele di idrogeno detonano molto facilmente a seguito di semplici scintille o, se in alta concentrazione di reagenti, anche solo per mezzo della luce solare in quanto il gas reagisce violentemente e spontaneamente con qualsiasi sostanza ossidante.
La temperatura di autoignizione dell'idrogeno in aria (21% di O2) è di 500 °C circa."

E' ben più instabile ella benzina anche se, come giustamente dici, all'aperto si toglie velocemente dai :-)

Ciao

Paolo

Clem ha detto...

Mi fido di wikipedia, ma dopo quel video casomai mi sento più sicuro :)

Michele R. ha detto...

Ditemi cosa ne pensate voi di questo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Catalizzatore_di_energia_di_Rossi_e_Focardi

Michele R. ha detto...

Milena Gabanelli:

http://www.youtube.com/watch?v=yINDe8OqG0g